LA SCISSIONE PORDENONE «Credo che quello che sta succedendo nel nostro partito

LA SCISSIONE PORDENONE «Credo che quello che sta succedendo nel nostro partito
LA SCISSIONEPORDENONE «Credo che quello che sta succedendo nel nostro partito sia solo la conseguenza delle dinamiche dell'ultimo periodo. Molto probabilmente lo scenario di tipo...

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LA SCISSIONE
PORDENONE «Credo che quello che sta succedendo nel nostro partito sia solo la conseguenza delle dinamiche dell'ultimo periodo. Molto probabilmente lo scenario di tipo proporzionale ha accelerato le scelte di Renzi e la sua volontà di proporre una nuova offerta politica fuori dai confini del Pd. È una scelta certo dolorosa, ma semplificherà il quadro interno e magari metterà in gioco nuove forze e pezzi di partito prima marginali». È tranquillo Giorgio Zanin, segretario provinciale del Pd («Risultato di un congresso più che unitario», sottolinea l'ex parlamentare) del Friuli occidentale da circa un anno. «Di certo non seguirò Renzi in questa sua avventura. Ritengo di dover proseguire nel lavoro di unire il partito che stiamo portando avanti con i circoli e con moltissimi militanti». Sembra passato un secolo da quando Zanin era deputato proprio nelle fila dei renziani quando il leader del partito era anche presidente del Consiglio. «Quando mi sono accostato al Pd delle origini nel 2008 - sottolinea Zanin - la convinzione del vertice del partito era maggioritaria, oggi mi pare non sia così. E io vivo male questa stagione proporzionale. Per questo le identificazioni con i leader lasciano il tempo che trovano, l'importante sono i contenuti. E credo che questo momento possa trasformarsi in un'opportunità per rafforzare il partito».

La scissione in atto nel Pd dopo l'annuncio dell'uscita dal partito da parte di Matteo Renzi non sembra aprire - almeno per ora - a schiere di esponenti in fuga. Sulla linea del segretario provinciale sembra posizionarsi il segretario del Pd pordenonese, Marco Cavallaro. E nessuna defezione nemmeno sul fronte della pattuglia pordenonese dei consiglieri regionali. Il capogruppo in Consiglio regionale Sergio Bolzonello avrebbe confidato ai suoi che non ha alcuna intenzione di abbandonare. Più difficile la scelta per la consigliare Chiara Da Giau, nella primavera scorsa alle primarie aveva rappresentato la mozione minoritaria di Giachetti. Ma nonostante l'uscita di Giachetti - ancora prima dell'annuncio di Renzi - Da Giau non è data affatto in fuga. Nessun dubbio per Nicola Conficoni, anti-renziano della prima ora ed esponente dell'area Zingaretti: «Un errore, così si tradisce la volontà di unità del nostro popolo», ha osservato. Nel gruppo dei consigliere comunali Daniela Giust è forse da sempre la più renziana. Ma ancora non ha preso alcuna decisione: «Certo la scissione aiuta a fare chiarezza». Non lasceranno la casa Pd Nicola Conficoni, Fausto Tomasello, Lorenzo Marcon e Marco Cavallaro. Già con un piede fuori invece il militante, renziano di ferro, Carlo Barchitta che (con un gruppo di iscritti vicini all'area del parlamentare triestino Ettore Rosato) starebbe lavorando alla costituzione del nucleo pordenonese dei renziani.
D.L.
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Il Gazzettino