LA SCELTA PADOVA I tecnici hanno parlato. Secondo lo studio della Net engineering

LA SCELTA PADOVA I tecnici hanno parlato. Secondo lo studio della Net engineering
LA SCELTAPADOVA I tecnici hanno parlato. Secondo lo studio della Net engineering commissionato dal Comune non c'è mezzo che tenga al cospetto del Translhor, cioè il tram...

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LA SCELTA
PADOVA I tecnici hanno parlato. Secondo lo studio della Net engineering commissionato dal Comune non c'è mezzo che tenga al cospetto del Translhor, cioè il tram attuale. Per versatilità, risparmio, ingombri, l'evoluzione dell'attuale tram su monorotaia è da preferire rispetto al tram tradizionale (su doppia rotaia) e soprattutto sul bus elettrico, la vera alternativa. A conti fatti i bus consumano di più e portano meno persone.

Il percorso migliore, come da indiscrezioni, resta quello che dall'ospedale passa per via Sografi, entra nella ciclopedonale e lambendo il parco Iris arriva sul ponte per poi scendere a Voltabarozzo. Le alternative, via Facciolati e via Crescini sono più lunghe, dunque costano di più, e soprattutto paralizzerebbero il traffico per la carreggiata stretta. Provate a immaginare una via Facciolati a senso unico.
LORENZONI
Comunque non è detta l'ultima parola. Lo ha ribadito ieri il vicesindaco Lorenzoni in una nota. «Come previsto, entro venerdì invieremo al Ministero dei Trasporti il crono programma per l'utilizzo dei fondi ministeriali e tutta la completa documentazione richiesta. Lo studio realizzato da Net ci fornisce degli elementi fondamentali per valutare le alternative di mezzo e di tracciato. La decisione definitiva sarà però contestuale alla stipula della convenzione, prevista per l'estate. Questo ci lascia uno spazio per impegnarci in una discussione partecipata per valutare con realismo le diverse opzioni e accompagnare il lavoro di raccordo col Ministero, che seguirò personalmente, con la possibilità di incidere su tutti gli spazi di miglioramento possibili. Da qui quindi partiamo in un percorso di coinvolgimento sul territorio in cui ci impegniamo tutti per giungere alle scelte il più condivise possibile con le persone nonchè migliori dal punto di vista tecnico».
IL MEZZO
Insomma un po' per l'imprinting di Coalizione un po' per tacitare i Comitati, i cittadini saranno protagonisti della scelta. Scendendo nei dettagli la parte dello studio resa nota dal Comune racconta come un bus elettrico trasporti mediamente 80 persone mentre il Translohr è modulare fino a 6 casse; già oggi si pensa di predisporre la linea Sir 3 per 4 casse con una capienza di circa 230 persone con un solo veicolo in linea. A pari velocità, per garantire la stessa capacità di trasporto oraria servono più bus in circolazione, 2,5 bus per ogni Translohr a 3 casse. Di conseguenza aumenta la frequenza.
Ingombro: A differenza del Translohr, la cui corsia riservata in rettifilo è larga 2,80 metri quella per un bus è di 3,50 metri, dunque aumenterebbe la congestione.
La guida vincolata permette al Translohr di accostare alle banchine di fermata riducendo al massimo lo spazio tra il mezzo ed il marciapiede, permettendo un agevole ingresso a raso (con grande vantaggio per persone a mobilità ridotta). Ciò non succede per il bus.
Rispetto al tram tradizionale quello a monorotaia ha un minor raggio di curvatura dunque minor ingombro in curva e minor occupazione di terreno, minore larghezza delle corsie riservate, maggiore flessibilità di inserimento del tracciato negli spazi urbani, minore superficie e spessore della piattaforma, minori consumi energetici in quanto meno pesante di un tram tradizionale.
PERCORSI

Come si vede in tabella il tracciato 1 che passa per via Sografi batte le alternative sotto tutti i punti di vista: lunghezza e quindi costi (un chilometro fa spendere 6 milioni), impatto ambientale, costo in termini di alberi abbattuti, numero di incroci da superare e in definitiva tempi di percorrenza. Lambire il parco Iris infine non significa violarlo ma ridurlo dell'1 per cento. Nuova invece appare l'alternativa per il ponte Omizzolo, costeggiando il fiume davanti all'ex Boschetti per uscire in corso del Popolo ed evitare le rotatorie.
Mauro Giacon
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Il Gazzettino