LA RIPRESA VENEZIA Il piano per la ripartenza il Veneto ce l'ha. È un piano

LA RIPRESA VENEZIA Il piano per la ripartenza il Veneto ce l'ha. È un piano
LA RIPRESAVENEZIA Il piano per la ripartenza il Veneto ce l'ha. È un piano concertato con tutti gli assessorati, che mette assieme le istanze del mondo del lavoro e delle...

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LA RIPRESA
VENEZIA Il piano per la ripartenza il Veneto ce l'ha. È un piano concertato con tutti gli assessorati, che mette assieme le istanze del mondo del lavoro e delle imprese, che inserisce parametri che fino a ieri sarebbero parsi singolari - ad esempio l'età - e che soprattutto chiede il timbro del mondo scientifico. A partire dal patentino di immunità.

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha detto di averne parlato con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte l'altra sera in videoconferenza: «Ho confermato a Conte che stiamo redigendo un piano per la riapertura, sarà un contributo se ci sarà un piano unico nazionale, nel caso invece decidessero per una regionalizzazione delle riaperture noi saremo comunque pronti».
Il piano - ha detto Zaia - affronta vari temi: «La riapertura dovrà essere graduale non solo per le attività produttive, penso possa avvenire anche per i cittadini: ad esempio credo che i giovani potrebbero essere i primi a poter uscire, mentre dobbiamo mettere in sicurezza gli anziani».
In ballo c'è poi il test sierologico sull'immunità. Il referto costituirebbe una sorta di patente: abile a lavorare, abile a uscire di casa, abile a fare qualsiasi cosa perché immune. «A me non pare una cosa da poco avere la patente di immunizzato - ha detto Zaia - Ma il test sierologico è cosa del mondo scientifico, dove ci sono scienziati che dissentono da altri scienziati. Se ci sono procedure validate dal mondo scientifico siamo pronti ad applicarle alla riapertura».
LE COMPETENZE
Resta il fatto che la riapertura delle aziende, così come la chiusura, non è una competenza delle Regioni. «Molte imprese giustamente ci stanno scrivendo e credono che la riapertura dipenda da un'ordinanza regionale. Sono convinto che la ripartenza sia necessaria, ma dipende dal Governo», ha detto Zaia ribadendo di «tifare» per la riapertura. Quando sarà? Il 14 aprile? Dopo il 1° maggio? Addirittura il 16 maggio come aveva azzardato, «frainteso», il capo nazionale della Protezione civile Angelo Borrelli? «Non lo so - ha risposto Zaia - il 13 aprile è dietro l'angolo, temo nei last minute. Non abbiamo neanche parlato della parte economica».
Una delle ipotesi è che alcune Regioni possa aprire prima di altre. «Ma abbiamo ben presente cosa sta succedendo a Hong Kong, per quello dico che serve la validazione del mondo scientifico», ha detto Zaia.
LA COMMISSIONE
Il vicepresidente del consiglio regionale del Veneto, Massimo Giorgetti (FdI), ha intanto proposto l'istituzione di una commissione speciale «per monitorare la corretta attuazione in Veneto delle misure per il rilancio dell'economia del dopo coronavirus, con particolare attenzione alla funzione delle banche»: «Il tema del credito e della liquidità è centrale per la ripresa dell'economia anche al fine di combattere il tentativo di infiltrazione nel nostro tessuto economico di chi liquidità ne ha, e tanta: la criminalità organizzata».
CASE DI RIPOSO
Mentre sul fronte sanità e centralizzazione Zaia ha riferito di aver ricevuto la rassicurazione del premier Conte («Ha detto che non è un obiettivo del governo rimettere in discussione le deleghe alle Regioni»), continua a preoccupare la situazione delle case di riposo. L'assessore Manuela Lanzarin (Lega) ha detto che si stanno facendo «tamponi a tappeto, siamo arrivati a fare esami tra il 40 e il 50% in alcune strutture». Il nuovo piano di sanità pubblica prevede poi che ogni Ulss costituisca delle Unità mobili con infettivologi e pneumologi da mandare all'interno delle strutture. «E per martedì 7 aprile aspettiamo il piano di ogni Ulss per separare gli anziani positivi dai negativi prevedendo eventualmente anche lo spostamento in altre strutture». Al momento gli ospiti contagiati sono «meno di mille» su un totale di 30mila. Quanto alla sostituzione del personale contagiato, «la settimana prossima ci saranno anche provvedimenti con la sanità privata che si è resa disponibile ad operare all'interno delle strutture per anziani».

Critiche dal M5s: «Le case di riposo erano delle polveriere a cui non si è prestata la dovuta attenzione - ha detto la consigliera regionale Erika Baldin - Ancora troppe strutture non hanno a disposizione un numero adeguato di dispositivi di sicurezza».
Alda Vanzan
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Il Gazzettino