La riforma apre al privato la minoranza spara a zero

La riforma apre al privato la minoranza spara a zero
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SALUTE
UDINE «Due sono i motivi che mi rendono orgoglioso di questa riforma della sanità regionale: la volontà espressa dalla maggioranza di aprire una fase di confronto con lo Stato sulla compartecipazione finanziaria della spesa sanitaria e il voto unanime dell'Aula sulla parte relativa all'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate». Così il vicegovernatore Riccardo Riccardi commenta l'approvazione da parte del Consiglio regionale della riforma sanitaria avvenuta nella notte di giovedì. A votare a favore è stato compatto il centrodestra mentre Pd, Cittadini, Patto, Open Sinistra, M5s e Walter Zalukar (Misto) hanno votato contro. Per quel che riguarda i rapporti con lo Stato, Riccardi spiega che «Roma non può continuare a stabilire i criteri facendo pagare alla Regione i costi della sanità, negoziando invece con le altre Regioni risorse superiori a quelle stanziate per il Fvg». Circa l'inserimento delle persone svantaggiate, l'assessore chiarisce che così «si darà piena dignità retributiva al lavoro di cittadini che vengono seguiti nella loro condizione di difficoltà, creando le giuste condizioni di indipendenza e di inclusione indispensabili a garantire un miglioramento della qualità della vita». Dal canto suo, il governatore Massimiliano Fedriga non ha dubbi: «Questa riforma impedisce che la sanità diventi preda di una concezione distorta del consenso elettorale stabilendo che la politica stia fuori dalle decisioni tecniche ed organizzative e rimanga correttamente nelle funzioni di indirizzo e controllo».

REAZIONI

A bocciare la fase due della riforma è invece la Cgil: «Confermati purtroppo i nostri timori commenta la responsabile welfare Rossana Giacaz riforma non coerente con gli obiettivi dichiarati: avevamo già denunciato il rischio di una maggiore apertura ai privati e di un eccesso di deleghe alla giunta». Sul fronte dell'emergenza-urgenza si stabilisce che gli enti del Ssr, in relazione alle strutture di pronto soccorso, possono organizzare percorsi differenziati in base ai codici di accesso (anche per ridurre i tempi di attesa). Inoltre si stabilisce che il Dipartimento delle dipendenze e della salute mentale è costituito da strutture aziendali e si articola attraverso attività, servizi e prestazioni per l'assistenza domiciliare, ambulatoriale, semiresidenziale, residenziale ed ospedaliera. Le funzioni sono organizzate in due aree professionali autonome, una per le dipendenze e una per la salute mentale. Approvato, infine, l'aumento di posti letto di riabilitazione per patologie neurodegenerative grazie ad un ordine del giorno dei Cittadini accolto dalla Giunta - che risponde ad una forte richiesta nata dalla petizione per i malati di Parkinson del Gervasutta di Udine. «La situazione è urgente spiega Simona Liguori in Fvg dal 2012 al 2016 si è passati da 38 a 41 persone anziane ogni 100 individui potenzialmente indipendenti: lo standard per la definizione del numero dei posti letto ospedalieri accreditati per la riabilitazione è di 0,7 per mille abitanti». Ma per Cristiano Shaurli (Pd) sono «scomparse tutte le promesse della campagna elettorale»: «Un vuoto tale che Fedriga e i suoi hanno pensato fosse meglio buttarla in caciara con la solita propaganda urlata, oscurando il lavoro dell'intero Consiglio e anche dello stesso assessore Riccardi. Perché questa non è una riforma sanitaria ma una banale riorganizzazione in cui si aprono scenari inquietanti: si rischia di vedere appaltati a gruppi privati intere parti della nostra sanità e non si risponde ai bisogni di cittadini e territori». Per la consigliera dem Mariagrazia Santoro «sono state nettamente tradite le promesse e gli impegni su Cividale del Friuli e Gemona del Friuli e suona la campanella d'allarme per gli ospedali di Gorizia, Palmanova, San Daniele e San Vito che rischiano di perdere funzioni e reparti». Lei si preoccupa anche «per l'apertura al privato accompagnata da un'evidente intenzione di sostituire fette del settore pubblico». Pure per Andrea Ussai (M5S) «l'apertura al privato voluta dal centrodestra porterà a lungo termine allo smantellamento della sanità pubblica».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino