La ricetta responsabile per migliorare il Paese

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Paolo Balduzzi
In questi anni di relazioni strutturali con gli altri Paesi europei aderenti all'Unione, ben esemplificati dai ripetuti scontri e successivi accordi sui vincoli di bilancio, molti italiani si saranno fatti l'idea che nel continente sono presenti una serie di paesi egoisti e rigoristi che, di fatto, costituiscono un freno alla nostra politica economica e al nostro sviluppo. E questa impressione potrebbe essersi acuita nelle ultime settimane, quando, sotto la pressione dell'emergenza sanitaria, i cosiddetti falchi europei continuano a negare aiuti ormai accettati e anzi sponsorizzati dalla stessa Germania, che avara di critiche nei nostri confronti non lo è mai stata ma che oggi è in prima linea per realizzare il tanto atteso e necessario Recovery Fund. Eppure, se dovessimo chiedere agli italiani quali siano i mali del nostro paese, probabilmente e molto onestamente sarebbero stato della giustizia civile, burocrazia eccessiva ed evasione fiscale ad occupare i primi posti tra le risposte più frequenti. È ben difficile sostenere che siano mali che dipendono dall'Europa. Infatti, quando si parla di costi della burocrazia, il pensiero corre a problemi come i ritardi nella realizzazione di opere pubbliche (soggetti anche alle debolezze della politica nei confronti dei piccoli localismi, a dire il vero), la moltiplicazione degli adempimenti per le attività private, l'incomprensibilità di procedure che sembrano fatte apposta per mettere in difficoltà (...)

Segue a pagina 23
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Il Gazzettino