La ricetta per il rilancio: «Stoccaggio ridotto e più qualità»

La ricetta per il rilancio: «Stoccaggio ridotto e più qualità»
IL PUNTOCONEGLIANO «Il prosecco Docg va rilanciato. Negli ultimi tempi l'entusiasmo è venuto meno e, alla luce del recente riconoscimento Unesco, si devono recuperare i valori...

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IL PUNTO
CONEGLIANO «Il prosecco Docg va rilanciato. Negli ultimi tempi l'entusiasmo è venuto meno e, alla luce del recente riconoscimento Unesco, si devono recuperare i valori necessari per riportarlo all'apice della piramide come qualche anno fa». Con queste parole il presidente di Coldiretti Treviso, Giorgio Polegato, ha aperto il convegno Il punto sulla vitivinicoltura trevigiana, organizzato al Cerletti di Conegliano proprio da Coldiretti Treviso, tenutosi ieri pomeriggio in un'aula magna gremita di pubblico che ha visto la partecipare anche di Giovanni Pascarella, Filippo Codato, Morena Umana e Antonio Ciri.

GLI OBIETTIVI
Sono molti gli obiettivi che il consorzio si pone per il 2020, in primis il rilancio del territorio, ma anche la valorizzazione di quelle caratteristiche che hanno reso il Docg una garanzia di qualità nel mondo. Per questo gli auspici sono che si recuperi il gap con il Doc, che tante critiche ha suscitato con l'assottigliamento nelle differenze tra i due, ma anche per competere con la forte concorrenza internazionale, aumentata negli ultimi tempi. Il recupero comprende anche il valore in termini economici riportando in auge il Docg, frutto del lavoro di decenni e dello sforzo dei produttori. Altra parola chiave è sostenibilità. La certificazione Sqnpi si muove proprio in questa direzione ed è necessaria per dare un valore aggiunto al prodotto e al lavoro. Il presidente lancia un appello: «Non tutti fanno parte del consorzio nella grande famiglia Docg, io invito tutti a diventare soci e a partecipare alle assemblee perché è così che ci si può confrontare, non è solo semplice tutela della denominazione».
LA FILOSOFIA
Innocente Nardi, presidente del consorzio Docg, ha presentato i dati sulle colture e sugli ettolitri certificati degli ultimi dieci anni. La filosofia è quella di ridurre lo stoccaggio e mantenere alta la qualità del vino, sfruttando tutti gli strumenti necessari e quelli offerti dall'Unesco. «Siamo orgogliosi di appartenere a questa denominazione, il cui regista del riconoscimento è il governatore Zaia. Ci rende un territorio di interesse mondiale e noi dobbiamo puntare a renderlo al pari dello Champagne, della Borgogna e delle altre eccellenze mondiali» ha detto Nardi. È ancora la sostenibilità il punto cruciale, tenendo conto delle esigenze dei giovani che si approcciano al mondo del vino, avventori del futuro. I millennial pretendono il rispetto per l'ambiente e il sociale, per cui diventa prioritario creare una cultura di qualità nella gestione delle cantine.

Chiara Dall'Armellina
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Il Gazzettino