La ricetta del Pd: «Ripartire dalle periferie»

La ricetta del Pd: «Ripartire dalle periferie»
L'ANALISIMESTRE Riconquistare i ceti sociali che vivono nelle periferie partendo dal lavoro dei circoli. Il Pd veneziano si guarda dentro dopo il voto del 4 marzo. Un momento di...

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L'ANALISI
MESTRE Riconquistare i ceti sociali che vivono nelle periferie partendo dal lavoro dei circoli. Il Pd veneziano si guarda dentro dopo il voto del 4 marzo. Un momento di autocritica partita ieri sera sulla base dei dati di Quorum/Youtrend di Giovanni Diamanti che ha presentato la sua analisi del voto che si è basata non solo su un criterio territoriale ma soprattutto di appartenenza e ceto sociale. «A 12 giorni dal voto c'è un senso di smarrimento nel gruppo dirigente e rappresentanti del Partito Democratico anche a livello locale è stata la prima riflessione di Nicola Pellicani, neo deputato eletto alla Camera Non ci devono interessare rivincite a breve termine, ma dobbiamo pensare a una lunga traversata da fare e al grande lavoro che ci aspetta. Il Pd nazionale e locale ha bisogno di capire quali sono le trasformazioni sociali in corso. La sconfitta che abbiamo subito, perchè tale è stata, è il segnale di sgretolamento della società sulla avevamo puntato. I dati, i numeri dicono che abbiamo perso soprattutto nelle periferie dove le persone si sentono anche socialmente periferiche».

Secondo i numeri sui flussi di voto il Partito Democratico continua ad essere una scelta politica dell'elettorato dei centri storici: da Venezia, dove resta il primo partito, come a Roma, Milano e Torino. «Qual è adesso il nostro ceto sociale di riferimento? Questa la domanda che ci dobbiamo porre in questo momento ha aggiunto Pellicani - Abbiamo dato impressione di rispondere a quelle fasce sociali che a fine mese ce la fanno ma non agli altri, a quelli a rischio povertà, e la maggioranza di loro sono tutti under 30. È successo a Marghera, a Favaro, Chirignago, nelle isole. Ciò significa che la nostra base di lavoro devono tornare i circoli dove si è manifestata la crisi di rappresentanza nel territorio. Il voto del 4 Marzo anche a livello locale dice che non abbiamo più radicamento e presenza sufficiente nei quartieri della periferia. Quello che dobbiamo fare è restituire credibilità alla politica, politica povera che sta sui problemi e sui temi e che vuole risolvere i problemi dei cittadini». Su tutti interessante i dati forniti da Quorum sulla base delle categoria sociali e del loro voto del 4 marzo. La Lega, che a Venezia come in provincia ha stravinto, ha conquistato il 40% dei voti dei disoccupati, quasi il 25% dei dipendenti del settore privato, il 20% di quelli del settore pubblico e anche dei lavoratori autonomi, il 28,6% delle casalinghe hanno scelto Lega e anche il 23,40% degli studenti. Una crescita omogenea a scapito del Pd e di Forza Italia che è uscita dai confini del Nord ed è arrivata fino al Centro sud.
Raffaele Rosa
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Il Gazzettino