LA RESA DEI CONTI VENEZIA La storia si ripete. Come nel 2015 quando l'allora

LA RESA DEI CONTI VENEZIA La storia si ripete. Come nel 2015 quando l'allora
LA RESA DEI CONTIVENEZIA La storia si ripete. Come nel 2015 quando l'allora segretario del Partito Democratico Roger De Menech si dimise in seguito alla sconfitta della candidata...

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LA RESA DEI CONTI
VENEZIA La storia si ripete. Come nel 2015 quando l'allora segretario del Partito Democratico Roger De Menech si dimise in seguito alla sconfitta della candidata governatrice Alessandra Moretti, anche l'attuale segretario Alessandro Bisato sta valutando di ritirarsi vista non solo la batosta presa da Arturo Lorenzoni, ma anche il crollo di consensi del Pd, sceso all'11 per cento con appena 6 eletti in consiglio regionali. Tra questi, tra l'altro, non c'è Bisato, surclassato nel collegio provinciale di Padova da Vanessa Camani. L'analisi del voto sarà fatta nella riunione della direzione regionale del partito che dovrebbe tenersi sabato 3 ottobre. E in quella sede il segretario dovrebbe rassegnare le dimissioni. Scelta giusta? Sbagliata?

«È una storia che si ripete - dice il deputato Roger De Menech - nonostante siano cambiati sempre i segretari regionali del nostro partito e i candidati presidenti in Regione. Abbiamo avuto il civico, l'imprenditore, la donna di partito, il professore. La cosa vera è che non siamo mai riusciti a entrare in sintonia con il popolo veneto. Tra l'altro c'è una grossa differenza tra i centri abitati e la provincia: nelle grandi città il Pd ha segni di ripresa, ma più ci si allontana dal centro il Pd non riesce a intercettare il sentimento della gente». La storia si ripete e sempre in negativo, ammette l'ex segretario dem: «Ad ogni elezione, dopo ogni sconfitta, abbiamo cambiato tutto. L'analisi era: peggio di così non può andare. Succederà anche stavolta, Bisato si dimetterà, ma non sarà sufficiente. La verità è che se abbiamo cambiato i segretari e abbiamo perso con tutti i candidati governatori, dobbiamo fare un'altra riflessione: caratterizzarci per una idea forte e capire perché c'è questa dicotomia tra il centro e la periferia. E magari smetterla di scimmiottare Zaia, perché gli elettori preferiscono l'usato sicuro. Abbiamo visto perfino una lista autonomista con nostri ex esponenti che ha preso lo zero virgola». E allora? Allora, dice De Menech, «dobbiamo riappropriarci della nostra identità e proporre un pacchetto di riforme radicali».
LA CRITICA

Ma al di là delle dimissioni di Bisato, alla direzione regionale della prossima settimana terrà banco anche la scelta dei vertici del partito di puntare sul professore universitario e all'epoca vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni senza consultare gli iscritti. De Menech, infatti, dice che è stato sbagliato il metodo: «Da ex segretario regionale non contesto la scelta di Lorenzoni, dico però che anche Alessandra Moretti nel 2015 ha perso contro Luca Zaia, ma lei si era sottoposta alle primarie. Stavolta, invece, si è voluto fare una scelta veloce e saltare le primarie. Quello è stato sbagliato». Pero all'epoca praticamente tutti avete detto sì. «Qualcuno si è fatto sentire, la stessa Alessandra Moretti, l'allora capogruppo in Regione Stefano Fracasso, il collega parlamentare Gianni dal Moro. Ma c'è un gruppo dirigente nazionale che fa capo al segretario Zingaretti che ha scelto il professor Arturo Lorenzoni e che ha voluto quella scelta veloce». Della serie: sarà un processo al gruppo dirigente?
Al.Va.
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Il Gazzettino