La Regione fa debiti. Per investire

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FINANZE UDINE Indebitamento per lo sviluppo, quindi per investire....

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UDINE Indebitamento per lo sviluppo, quindi per investire. Potrebbe essere questo un aspetto peculiare della prossima legge di bilancio regionale 2019, che dovrebbe vedere la luce nella prima parte di novembre, Finanziaria statale permettendo, per consentire poi al Consiglio regionale di approvare la norma entro l'anno. Seppure non ci sian stati ancora incontri strutturati di maggioranza per mettere a punto le priorità del prossimo anno e, quindi, fissare le relative coperture, sembra sia questa un'idea che sta prendendo corpo. Anche perché su questa norma c'è attesa, poiché segnerà definitivamente l'impronta del governo del presidente Massimiliano Fedriga, eletto a fine aprile di quest'anno. Non è un mistero che voci significative a carico del bilancio regionale come sanità, trasporto pubblico locale e autonomie locali stanno ingessando sempre più le casse del Friuli Venezia Giulia, lasciando un margine d'azione limitato ai piani creativi della parte politica chiamata a governare dai cittadini. Se la madre delle battaglie resta la revisione dei rapporti finanziari con lo Stato, con una diversa impostazione degli stessi e il tentativo di riportare a casa risorse erose in questi anni nel nome del concorso alla tenuta del sistema nazionale, una possibile boccata d'ossigeno potrebbe essere rappresentata proprio dalla possibilità per la Regione di indebitarsi con obiettivi precisi e destinati a essere volano per l'economia e la creazione di posti di lavoro. Negli anni scorsi, infatti, tanto con le maggioranze di centrodestra di Renzo Tondo che con quello di centrosinistra di Debora Serracchiani, i governi regionali hanno puntato ad abbattere il debito pubblico regionale che aveva raggiunto cifre significative nel quinquennio 2003-2008, lasciando così in eredità alla Regione la possibilità di accedere al credito se le condizioni lo richiedono. In attesa che con il Governo si stabiliscano i perimetri dei rapporti con le Regioni Speciali per il prossimo anno sono in corso i tavoli di confronto e al Friuli Venezia Giulia dovrebbe toccare agli ultimi giorni del mese, probabilmente il 29 ottobre -, all'interno della maggioranza si sta valutando l'accensione di mutui per dare slancio all'azione politica contenuta nel programma elettorale e che, revisione della riforma sanitaria e degli enti locali a parte, ha nella crescita dell'economia e quindi del lavoro uno dei punti chiave. A consentire questa opzione sono i conti della Regione e il Giudizio di parificazione dato dalla Corte dei Conti Fvg. Rispetto al limite legale d'indebitamento, nel Giudizio espresso a fine giugno 2018 e relativo all'esercizio finanziario 2017, si legge che «nel periodo 2015-2017 si registra una tendenziale diminuzione del debito effettivo, anche se nel 2017 è aumentato in relazione al subentro di mutui delle Province e all'assunzione del mutuo per il finanziamento della sanità». Dai dall'istruttoria condotta, ha proseguito la Corte dei Conti lo scorso giugno, emerge che «si è passati da un valore residuo del debito con oneri a carico della Regione di 485,8 milioni nel 2015 al 357,7 milioni nel 2017, cioè -26,37% nel rapporto 2015-2017 e -4,4% nel rapporto tra 2016 e 2017». Si tratta di un debito per rappresentato in prevalenza da Bor, Buono obbligazionario regionale, e dal mutuo acceso nel 2017 per il finanziamento della sanità.

Antonella Lanfrit
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Il Gazzettino