«La Provincia reinvesta parte dei canoni che versiamo»

«La Provincia reinvesta parte dei canoni che versiamo»
L'IMPATTOPORTO TOLLE Non si sa quando i pescatori potranno tornare al lavoro e non è dato sapere ora quali saranno le conseguenze economiche del maltempo che ha distrutto il 90...

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L'IMPATTO
PORTO TOLLE Non si sa quando i pescatori potranno tornare al lavoro e non è dato sapere ora quali saranno le conseguenze economiche del maltempo che ha distrutto il 90 per cento delle cavane della Sacca degli Scardovari. Facendo un paio di conti, se in media per improntare una cavana, dalla struttura ai macchinari per la lavorazione delle cozze, si arriva anche a 70mila euro, si parla di danni per 4 milioni, senza contare le imbarcazioni e gli impianti. Un ripristino, però, che non è istantaneo.

«Nell'immediato è impossibile andare al lavoro, servirà almeno una settimana» commenta Andrea Natali, vicepresidente del Consorzio pescatori del Polesine. «Secondo me, il collega è troppo ottimista - fa eco Emanuele Finotti, l'altro vice della struttura consortile - nelle cavane c'era il materiale necessario per andare a pescare, ci vorrà almeno un mese per poter riprendere».
Lo spettro del tempo fa paura, specie con l'avvicinarsi del periodo più propizio per il comparto: dicembre è da sempre un mese in cui le vendite si impennano e questa battuta d'arresto non ci voleva.
LE RICHIESTE
«Dall'argine vedo tanti impianti di cozze danneggiati, dovremo aspettare che il mare cali per poter iniziare i sopralluoghi», continua Natali. Si era appena chiusa la partita per la proroga dei diritti esclusivi di pesca con la Provincia, ma sembra che non ci sarà tempo per tirare il fiato, anzi bisognerà tirarsi su le maniche. «Noi presidenti proponiamo alla Provincia di reinvestire una parte dei fondi che versiamo come canone per ricostruire almeno una parte delle cavane perdute - dichiara Angelo Stoppa, della coop Adriatico - non bisogna dimenticarsi di chi nei giorni scorsi ha avuto il furto del proprio motore e adesso ha subìto anche la perdita della cavana». Un altro problema è quello assicurativo: «Dopo il danno abbiamo anche la beffa, poiché siamo una categoria considerata ad alto rischio e nessuna assicurazione vuole darci una garanzia adeguata a casi del genere» sottolinea Natali. Tenendo conto di quanto la natura possa essere imprevedibile, non resta che studiare soluzioni alternative per potersi tutelare. «Bisogna fare come altrove e costruire dei ricoveri dove poter mettere al sicuro le barche, una sorta di darsena», interviene Giuliano Mazzucco della coop Pila, seguito a ruota da Natali: «Un porticciolo dove poter mettere in sicurezza tutte le imbarcazioni, non soltanto dal meteo, ma anche dagli eventuali furti». Mentre per le baracche non sembrano esserci molte altre soluzioni, tenendo conto che queste strutture devono rispettare una serie di vincoli paesaggistici, pare non sia pensabile un'alternativa al legno che le possa rendere più resistenti.

La forte mareggiata ha lasciato i suoi effetti anche lungo il litorale. Se per quanto riguarda Barricata bisognerà attendere che il mare si calmi per poterla raggiungere in sicurezza e vedere cosa sia successo, a Boccasette il mare è arrivato fino a dove erano installati i chioschi.
A.Nan.
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Il Gazzettino