LA PROPOSTA TREVISO Un cerotto sul volto per indicare le ferite invisibili agli

LA PROPOSTA TREVISO Un cerotto sul volto per indicare le ferite invisibili agli
LA PROPOSTATREVISO Un cerotto sul volto per indicare le ferite invisibili agli occhi: quelle provocate dalla pandemia da coronavirus, tra lockdown, didattica a distanza,...

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LA PROPOSTA
TREVISO Un cerotto sul volto per indicare le ferite invisibili agli occhi: quelle provocate dalla pandemia da coronavirus, tra lockdown, didattica a distanza, isolamenti e purtroppo anche diversi lutti tra familiari e conoscenti. È la performance di body art ideata dai ragazzi della 4G del liceo scientifico Da Vinci di Treviso. E ieri durante la visita nell'istituto di viale Europa anche il sindaco Mario Conte si è messo quel simbolico cerotto sulla fronte per richiamare l'attenzione sugli effetti psicologici del Covid, in particolare sui più giovani. «Ho voluto indossarlo anch'io spiega il primo cittadino in questi 15 mesi abbiamo dovuto far fronte a restrizioni, situazioni di disagio e problematiche, ma spesso non ci siamo preoccupati delle emozioni dei nostri ragazzi, studenti, fratelli o sorelle, figli che fossero».

«Abbiamo parlato di didattica a distanza, ma meno di anime in difficoltà, scombussolate da una situazione inedita in un momento cruciale della vita come l'adolescenza aggiunge quello del cerotto non è un gesto rivoluzionario. Non c'è protesta, non ci sono urla ma voglia di condividere, di esprimersi. È per questo che colpito, emozionato e, non lo nego, anche commosso, con loro ci sono anch'io».

L'iniziativa è partita martedì scorso. Entrando in classe, il professor Fabio Sandrini, docente di disegno e storia dell'arte, aveva trovato tutti i ragazzi con un cerotto sul volto. Chi sotto un occhio, sulla fronte, sulla tempia, tra le sopracciglia e così via. «È un periodo molto difficile per noi. E non sapevamo come esprimerlo ai professori, ai genitori, alla gente hanno chiarito gli studenti ciò che abbiamo dentro è troppo difficile da spiegare. Ci siamo anche un po' abituati alle nuove regole di comportamento, per non contagiarci e contagiare gli altri. Ma questa vita non è quella di prima. Il cerotto che portiamo in faccia non nasconde una ferita della pelle, ma è segnale di una cicatrice invisibile nell'anima». La performance di body art si concluderà domani. Ma a quanto punto non è escluso che altre classi e altre scuole decidano di rilanciarla. «Ringrazio il preside Mario Dalle Carbonare e il professor Sandrini conclude Conte ma soprattutto ringrazio questi ragazzi che oggi mi hanno dato una lezione di vita. Grazie, siete grandi!». (m.fav)
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Il Gazzettino