LA PROPOSTA BELLUNO A Medil ci sono quattro famiglie residenti. E altrettante

LA PROPOSTA BELLUNO A Medil ci sono quattro famiglie residenti. E altrettante
LA PROPOSTABELLUNO A Medil ci sono quattro famiglie residenti. E altrettante sono, nella piccola località, le case abbandonate. Così a Piandelmonte, Ronce e Tassei dove gli...

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LA PROPOSTA
BELLUNO A Medil ci sono quattro famiglie residenti. E altrettante sono, nella piccola località, le case abbandonate. Così a Piandelmonte, Ronce e Tassei dove gli abitanti sono di più, ma ugualmente sono numerosi gli edifici chiusi. Per questo oggi alle 20.30 all'agriturismo Le Ronce si parlerà di ospitalità diffusa. Sull'esempio de I Borghi della Schiara avviati a Bolzano Bellunese cinque o sei anni fa, abitanti e amministrazione affronteranno il tema del turismo. Di come creare posti letto in una località verde, il luogo ideale dove avviare quella proposta di turismo green e a impatto zero che tanto ha presa in questo momento. Il grande progetto contenitore resta quello della lotta contro lo spopolamento, Antispopolamente Ronce 2020, avviata da Belluno Alpina a suon di iniziative e pulizie dei boschi.

L'OSPITALITA' DIFFUSA
L'idea è quella di dare un piano b ai tanti proprietari di abitazioni chiuse e inutilizzate della zona. Perchè siano spinti a sistemarle e a prepararle per accogliere turisti. Che l'iniziativa prenda la forma dell'ospitalità diffusa, dove tanti residenti mettono a disposizione camere ma il punto di ritrovo per la colazione è comune e in uno luogo diverso dalla casa, o che si avviino tradizionali bed and breakfast poco cambia per Gimmy Dal Farra, portavoce di Belluno Alpina. L'importante è raggiungere il risultato. «Le case inutilizzate saranno una quindicina spiega , se anche cinque o sei venissero sistemate e aperte all'accoglienza dei turisti sarebbe già una vittoria». In zona una struttura ricettiva esiste, Casa Fiorellino, ma per pensare davvero di lanciare la vallata sul piano turistico e proporla come meta di vacanze slow, nel verde e all'insegna dell'escursionismo, bisogna farsi trovare attrezzati. D'altra parte per chi vuole frequentare Piandelmonte e le località vicine se la struttura esistente è al completo l'unica possibilità è quella di far riferimento al Nevegal dove, però, il problema è lo stesso. Anche lì i turisti sono troppi, rispetto alla disponibilità di alberghi, case e campeggi.
IL COMUNE
«La cabina di regia del piano anti spopolamento continua a lavorare spiega il referente per il Comune, l'assessore alle manutenzioni Biagio Giannone . Non possiamo pensare che il comprensorio del Nevegal viva solo di sci, per cui è importante pensare a sviluppi differenti e complementari». Ronce, Tassei e gli altri borghi, con il loro prati verdi e infiniti, possono diventare un'attrazione, insomma. «Per questo crediamo valga la pena provare l'esperienza dell'ospitalità diffusa, mutuando in quelle località l'esperienza di Bolzano Bellunese prosegue l'assessore . Puntiamo sul turismo esperienziale, di chi cerca qualcosa di autentico. Chi vuole investire sul Colle chiede che gli impianti restino aperti, ma poche volte si considera che senza posti letto non si cresce».
L'INCONTRO

Quindi questa sera ci si siederà a parlarne. L'incontro, promosso da Belluno Alpina e dal Comune, si intitola L'ospitalità diffusa. Un'opportunità di crescita e di sviluppo turistico e si propone di essere il primo passo per avviare un turismo che non crei impatto ambientale, per recuperare edifici esistenti e far conoscere la vita dei piccoli borghi. «Parleremo con la popolazione di questa possibilità di sviluppo e di riutilizzo dei beni - ricorda Dal Farra -, chiederemo incentivi per chi ristruttura case e per chi si prende cura del territorio sfalciando sempre i prati, e relazioneremo su quanto fatto finora dalla cabina di regia». Incontro aperto a tutti.
Alessia Trentin
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Il Gazzettino