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Possono convivere due feste come San Marco e l'anniversario della Liberazione? A casa mia sicuramente. Con questa dualità sono cresciuto: padre venezianissimo quindi marcianissimo e madre ex staffetta, sorella di una Medaglia D'Oro partigiana. Sono loro ad avermi insegnato il rispetto per entrambe le tradizioni.

È interessante osservare che in realtà hanno in comune molto più di quel che non si pensi. Entrambe ci ricordano la resistenza: all'invasione della Lega di Cambrai, all'espansionismo della Sublime Porta e San Marco! si sentiva gridare per Venezia con Napoleone alle porte; ad un altro tremendo esercito di occupazione, quando uomini e donne di ogni credo politico, dai monarchici agli anarchici, dai liberali ai comunisti, si armarono a Venezia ma anche in tutta Italia.
Soprattutto però quel che hanno in comune è che sia San Marco che la Resistenza, perché è questa che in realtà si festeggia il giorno della Liberazione, sono simboli male insegnati, male interpretati e in molti casi equivocati se non stravolti e strumentalizzati con faccia più o meno tosta e con varie e non sempre cristalline intenzioni. Che senso ha quindi continuare a contrapporre le due ricorrenze, quasi in una stolida gara per chi conta di più? San Marco conta immensamente per i Veneziani di tutto il mondo. La Resistenza conta ancora tantissimo per tanti figli, nipoti, parenti di chi per un'idea ha dato il sangue. Non si può e non si deve ignorare la Storia, né metterne in competizione gli eventi.

Forse allora la chiave è festeggiarli contemporaneamente ma separatamente. A Mestre, ultima propaggine della Venezia di terraferma, la festa della Liberazione; a Venezia San Marco, nella Piazza, suo territorio naturale. Non si tema poi lo sventolio di bandiere né da una parte né dall'altra: sono solo bandiere, non fan male a nessuno, forse solo alla smemoratezza che ci fa dimenticare che per molti secoli siamo stati eroi ma che quando è servito abbiamo saputo esserlo ancora una volta.
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Il Gazzettino