UDINE - L'Arcigay di Udine esulta per il pronunciamento della Procura e lo definisce «una vittoria entusiasmante», mentre il suo presidente va oltre e chiede le dimissioni del...
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La Procura ha difatti confermato l'interpretazione che il Comune di Udine aveva dato: «Ha riconosciuto - ha commentato il sindaco Furio Honsell -, ciò che dicevamo, cioè che la circolare del Ministro non era cogente. Il nostro atto era legittimo e non poteva essere cancellato dalla Prefettura. Anche la richiesta di archiviazione per le ipotesi di reato è opportuna - ha spiegato -; l'obiettivo non è uno scontro con il Prefetto, ma un dialogo giuridico che porti alla garanzia dei diritti».
Intanto, le reazioni arrivano anche da Roma. «Nella vicenda - ha commentato il senatore Pd Sergio Lo Giudice, il cui matrimonio gay celebrato ad Oslo è stato trascritto a Bologna in settembre -, l'unico atto illegittimo l'ha compiuto Alfano. Nella sua crociata cieca contro le coppie omosessuali ha trascinato l'istituzione di cui è titolare, il ministero dell'Interno, in una figuraccia cosmica. Quante volte ancora l'Italia dovrà assistere ad atti al limite della legalità da parte del titolare del Viminale?».
«L'atto di Alfano e dei Prefetti, un abuso di potere - ha detto invece il presidente Arcigay Flavio Romani -, è illegittimo: oggi è anche la giustizia a metterlo in chiaro. Alfano ha usato il suo ruolo per perseguitare coppie omosessuali sulla base delle sue personali convinzioni. Un fatto di estrema gravità, che deve portare Alfano a dimettersi immediatamente, sollecitato da un Presidente del Consiglio che vorremmo vedere almeno imbarazzato».
E.V.
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Il Gazzettino