La procura archivia il graffito di Banksy: «È arte pura»

La procura archivia il graffito di Banksy: «È arte pura»
IL CASOVENEZIA Per dieci giorni, tra fine maggio e inizio giugno, non si parlava di null'altro a Venezia. Perché calli, campielli, rive e canali della città d'acqua erano stati...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL CASO
VENEZIA Per dieci giorni, tra fine maggio e inizio giugno, non si parlava di null'altro a Venezia. Perché calli, campielli, rive e canali della città d'acqua erano stati il palcoscenico prediletto per le performance di Banksy, lo street art inglese di cui non si conosce l'identità.

Banksy, a Venezia, è apparso a metà maggio con uno stencil da muro a spray sulla parete di un edificio disabitato da anni sopra il rio di Ca' Foscari. Quell'opera - un bambino con in mano un fumogeno poi rivendicata dall'artista di Bristol - è finita al centro di una segnalazione firmata dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Venezia e diventata il perno di un'inchiesta per cui ora il sostituto procuratore Federica Baccaglini ha chiesto l'archiviazione.
«È ARTE»
Ma com'è possibile che un'opera d'arte sia finita sotto indagine? Il reato contestato a ignoti (sul fascicolo è iscritto Banksy, ma senza generalità essendone sconosciute, ndr) è l'articolo 169 del Decreto legislativo 42 del 2004 che punisce chi «esegue interventi senza autorizzazione su immobili di prego», così com'è il palazzo di rio Novo. Per questo la Soprintendenza era stata quasi costretta a segnarlo in procura come imbrattamento. Salvo poi correggere immediatamente il tiro scrivendo che quel graffito era stato «realizzato da un artista anonimo che il mondo identificherebbe come Banksy» e quindi «anche se illegittimamente realizzato, risulta rientrare nelle disposizioni tutela della stessa legge». Non si tratta «di danneggiamento né di deturpamento della facciata del palazzo» ma è arte. E se mai qualcuno volesse toglierlo, allora dovrebbero intervenire dei restauratori per spostare l'intonaco. Ma, anche senza dirlo, i Beni Culturali si augurano che il dipinto resti lì.
Argomenti sposati dal pm Baccaglini nel chiedere al gip l'archiviazione del fascicolo, rimasto sempre contro ignoti.
Si sa che di è Banksy, ma non si sa - in definitiva - chi sia Banky. «È superfluo fare indagini - scrive il pm - perché l'identità di Banksy è ignota».
L'OPERA
Si può ammirare salendo sulla sommità del ponte di San Pantalon: un bambino, con un giubbetto salvagente e un razzo segnaletico, cerca di indicare qualcosa catturando l'attenzione distratta e distolta dei passanti, immerso coi piedi nell'acqua. L'opera è fluorescente nella notte. Il tema è quello dell'immigrazione.
Negli stessi giorni, quasi profeticamente, Banksy aveva esposto un quadro (fatto nove quadri) in riva degli Schiavoni, con il tema delle grandi navi.

Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino