La prima legge: la legittima difesa

La prima legge: la legittima difesa
LA PROPOSTAROMA La sicurezza è al primo posto, quindi pugno di ferro contro i ladri e licenza di uccidere chiunque violi la proprietà privata. Ha il sapore Usa la proposta di...

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LA PROPOSTA
ROMA La sicurezza è al primo posto, quindi pugno di ferro contro i ladri e licenza di uccidere chiunque violi la proprietà privata. Ha il sapore Usa la proposta di legge che la Lega assicura sarà presentata tra i primi atti del governo, se a vincere le elezioni sarà il centrodestra. Un progetto approvato dall'alleato Berlusconi, sostengono i leghisti. Le modifiche riguarderebbero l'articolo 52 del codice penale, con l'eliminazione dei limiti imposti dall'attuale norma, che prevede la proporzionalità tra offesa e difesa. Ossia una reazione commisurata al tipo di minaccia subita in caso di aggressione a scopo di furto o a intrusioni negli appartamenti. L'idea della Lega non ha nulla a che vedere neppure con il testo approvato la scorsa primavera alla Camera e rimasto arenato al Senato, che aveva già fatto discutere ma consentiva l'uso di armi solo in caso di attacco notturno o di intrusioni violente nelle abitazioni. La proposta leghista potrebbe riguardare anche la modifica dell'articolo 614 bis del codice penale e portare fino a otto anni le pene per il furto e a sei quelle per gli scippi.

REAZIONI LEGITTIME
I parlamentari della Lega avevano presentato due disegni di legge durante la legislatura appena conclusa. Le modifiche al codice penale che il partito di Salvini vorrebbe apportare se andasse al governo, prenderebbero spunto dai testi già depositati dai parlamentari leghisti. Il primo si limitava alle modifiche dell'articolo 52, «si presume - recitava la proposta che vedeva primo firmatario Nicola Molteni - che abbia agito per difesa legittima colui che compie un atto per respingere l'ingresso, mediante effrazione o contro la volontà del proprietario, con violenza o minaccia di uso di armi da parte di persona travisata o di più persone private in un'abitazione privata, o in ogni altro luogo ove sia esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale».
La seconda proposta di legge (sempre Molteni) oltre alle modifiche all'articolo 52, rivede anche le pene previste per il reato di furto. Modificando anche la procedura penale per la sospensione della pena in caso di condanna. Per i leghisti, i furti in appartamento o in un'attività commerciale dovrebbero essere puniti con pene che vanno da cinque a otto anni (attualmente sono previsti tra uno e sei anni di reclusione) e multe fino a 20mila euro (oggi possono raggiungere i mille euro). Pene da due a sei anni per gli autori di scippi e multe salate, sempre tra i dieci e i ventimila euro, che potrebbero raggiungere i 30mila in caso di circostanze aggravanti. Le modifiche riguardano anche l'articolo 165 del codice di procedura penale, in caso di condanna per furto o scippo. Secondo la Lega, la sospensione condizionale della pena dovrebbe essere subordinata al pagamento integrale dell'importo previsto per il «risanamento del danno alla persona offesa».

Valentina Errante
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino