LA PRESENTAZIONE PORDENONE La rassicurazione più importante, firmata dal

LA PRESENTAZIONE PORDENONE La rassicurazione più importante, firmata dal
LA PRESENTAZIONEPORDENONE La rassicurazione più importante, firmata dal vicepresidente del Fvg Riccardo Riccardi: «Nessuno richiuderà le persone in casa, sarebbe il fallimento...

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LA PRESENTAZIONE
PORDENONE La rassicurazione più importante, firmata dal vicepresidente del Fvg Riccardo Riccardi: «Nessuno richiuderà le persone in casa, sarebbe il fallimento del sistema e non avverrà più». L'analisi più realista, esposta dal direttore sanitario dell'Asfo, Michele Chittaro: «Le stime ci dicono che non avremo lo stesso picco di primavera». Per centrare questi due obiettivi, però, ci vorrà tutta l'esperienza maturata nei giorni peggiori, per evitare gli errori e implementare le azioni positive. Serve a questo, il piano pandemico presentato ieri dall'AsFo. Si basa su alcuni pilastri: riduzione (quando possibile) dei ricoveri ospedalieri, aumento dell'assistenza territoriale, capacità di inseguire il virus e di bloccarlo, protezione degli anziani nelle case di riposo e governance regionale, non solo locale.

IN CORSIA
Il protocollo prevede, come anticipato, che l'ospedale di Pordenone sia l'ultimo (dopo Trieste e Udine) ad attivare i reparti Covid e la Rianimazione. Sarà utilizzata prima la Pneumologia (24 letti ordinari e 10 di sub-intensiva), poi la Medicina due (altri 40 letti). In Intensiva, fino a due pazienti resteranno nel reparto attuale. Se si dovesse salire a sette, cinque finirebbero nella post-operatoria. Dopo gli otto avverrebbe la conversione del reparto attuale, come avvenuto in primavera. In Pronto soccorso resteranno i percorsi separati e le aree di attesa dei risultati del tampone. Arriveranno test più rapidi che consentiranno di ridurre gli affollamenti. Previste anche stanze isolate nei reparti in caso di accessi di massa. La possibilità di fare i tamponi sarà implementata anche a San Vito e a Spilimbergo. «L'obiettivo - ha confermato Chittaro - è quello di non fermare le attività ordinarie, anche in presenza di un'emergenza sanitaria».
PREVENZIONE
È previsto lo scorporo di attività come l'effettuazione dei tamponi al deposito Giordani o lo svolgimento delle chiamate di controllo nelle case dei positivi. Questo per liberare personale da dedicare alle scuole e alle altre attività urgenti di prevenzione. L'analisi dei tamponi tornerà 24 ore su 24, la necessità di materiale arriverà a 1000-1200 test al giorno.
SUL TERRITORIO
Le Usca (oggi solo una) potranno diventare cinque e resteranno in azione. Nelle case di riposo con pochi casi positivi si punterà al trasferimento dei pazienti (alla Rsa di Sacile, ad esempio), mentre con più contagi scatteranno, dove possibile, i reparti Covid interni. La stessa Rsa di Sacile, poi, servirà anche all'accoglienza dei post-acuti dagli ospedali.
LA POLEMICA

Riccardi è intervenuto anche sulla polemica relativa proprio alla trasformazione della Rsa di Sacile in polo Covid. «Il piano è stato redatto dai massimi esperti della prevenzione - ha ribadito - e c'è chi lo contesta non avendo la minima competenza. Io mi assumo la responsabilità politica della scelta e trovo strano che degli ex impiegati amministrativi critichino scelte che nemmeno possono capire. Io ascolto gli esperti, che cercano di salvare la vita delle persone». Infine un accenno al futuro del vecchio ospedale di Pordenone. Riccardi ha aperto alla possibilità di trasformare il padiglione due in una struttura di terapia intermedia.
M.A.
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Il Gazzettino