LA POSIZIONE PADOVA Da lunedì cade l'obbligo di indossare la mascherina

LA POSIZIONE PADOVA Da lunedì cade l'obbligo di indossare la mascherina
LA POSIZIONEPADOVA Da lunedì cade l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto, ma resta quello di averla in tasca se si trova un assembramento oppure se si entra in un luogo...

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LA POSIZIONE
PADOVA Da lunedì cade l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto, ma resta quello di averla in tasca se si trova un assembramento oppure se si entra in un luogo chiuso. Il sindaco Giordani ieri ha commentato così la decisione del governo. «Non vedo l'ora anch'io di toglierla, come tutti noi, ma attenzione, all'aperto ma non al chiuso, bisogna seguire le regole, è fondamentale. Sarà una liberazione non vedere più mascherine all'aperto ma non vogliamo tornare indietro. E poi Padova e l'Italia ripartirà. Non ne sono ancora certo ma spero che avremo il secondo sito Unesco (la decisione in luglio). Dunque Padova ritorna con il suo aspetto caratteristico, fare squadra, con il prefetto, il questore il vescovo, l'Università. Vi garantisco che tutti stanno lavorando. Noi poi ripartiremo alla grande con il centro congressi e stiamo aspettando che l'Europa ci dica si ci finanzieranno il tram. Tante cose si stanno muovendo per cambiare in positivo la città nei prossimi anni».

La ripresa è cominciata con l'afflusso massiccio di giovani in centro non sempre gradito dai residenti. «Sono rimasti chiusi per tanto tempo e di conseguenza chiedo pazienza anche ai residenti. Anche le attività economiche devono riprendere a lavorare. Non si può avere una città deserta ma è anche vero che dopo la mezzanotte la musica deve smettere. Ma qui ci sono 61mila studenti».
Una città che vedrà di nuovo in lizza il sindaco per un altro mandato? «In verità questa è una cosa che appassiona soprattutto i giornalisti. C'è ancora un sacco di tempo davanti e un mucchio di cose da fare, sto lavorando con il governo e con l'Europa per portare finanziamenti. La gente vuole lavoro, sanità e sicurezza, io lavoro per questo».

Il centro destra preoccupato? «No li vedo tranquilli come lo siamo noi. Io ho troppe cose da fare per pensare ad altro. Guardi ad esempio il problema dello scambio fra il terreno di via Anelli e la Prandina. Il cambio di governo con la nomina dei nuovi dirigenti del demanio ci ha portato via sei mesi di tempo ma presto firmeremo».
M.G.
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Il Gazzettino