LA POLEMICA TREVISO L'ennesimo sfogo di gruppo va in scena a San Liberale: alloggi

LA POLEMICA TREVISO L'ennesimo sfogo di gruppo va in scena a San Liberale: alloggi
LA POLEMICATREVISO L'ennesimo sfogo di gruppo va in scena a San Liberale: alloggi popolari di via Sicilia, gli inquilini e i loro familiari attaccano il caro affitti applicato...

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LA POLEMICA
TREVISO L'ennesimo sfogo di gruppo va in scena a San Liberale: alloggi popolari di via Sicilia, gli inquilini e i loro familiari attaccano il caro affitti applicato dall'Ater, che qui come altrove penalizza soprattutto i pensionati, spesso soli, che vivono con una magra pensione e che casomai, negli anni, hanno messo da parte qualcosa per la vecchiaia. «Parlo per mia madre attacca una donna vive qui da 52 anni, con una pensione di reversibilità e vive in una casa non a norma, senza riscaldamento. E si è messa via qualcosa per la vecchiaia. Risultato: le hanno triplicato l'affitto». Un'anziana mostra i bollettini racconta che il affitto è balzato a 490 euro: «Ho pagato, tanto in Italia bisogna sempre pagare». Bollettini alla mano, un altro inquilino, Ivano Martin, ci apre la porta di casa, mostra i bollettini, dovrà pagare ora oltre 400 euro. «A questo punto che ci vendano le case. Con tutti i lavori che mi sono fatto e che avrebbero dovuto farmi loro». «Io pago tre volte quello che pagavo prima, 1250 euro di pensione in due dice Rino Scottà - ho messo via qualche soldo e liquidazione, adesso me li mangiano tutti. Danno le case a chi non ha reddito, vale a dire gli extracomunitari». Dello stesso avviso Mario Caldato: «Hanno fatto una legge sbagliata, retroattiva. È il 300 per cento del canone in più, non può esistere. Sono 60 anni che vivo qui. Se prendevo il Tfr, avrei dovuto nasconderlo se superava i 20mila euro». In case che, all'inizio, non erano neanche abitabili, rincara.

L'ATTACCO
Il Partito democratico provinciale va all'attacco: «A sentire autorevoli esponenti della Lega, sembra che la nuova legge regionale sugli alloggi popolari sia stata calata dall'alto e all'improvviso. Invece, si tratta di un procedimento che ha seguito tutto il suo iter: Tutti erano al corrente dei contenuti della nuova normativa. Forse l'attenzione di Zaia e dei consiglieri regionali leghisti commenta il segretario Giovanni Zorzi - si è concentrata solo sulla norma che introduce il vincolo veneto dei cinque anni di residenza.  Tanto è bastato a loro: rivendicare, anche su un fronte così delicato, lo slogan - di dubbia costituzionalità - prima i veneti, senza soffermarsi sulle conseguenze che questa legge avrebbe generato alle migliaia di utenti». Il Pd invoca dei correttivi e a questo problema dedicherà domani sera un'assemblea con i propri amministratori locali e referenti dei vari comitati di inquilini.
RIMEDI

Tirato in ballo a più riprese insieme allo stesso governatore del Veneto Luca Zaia, il sindaco Mario Conte si sta già muovendo per risolvere le situazioni palesemente ingiuste: «Gli inquilini devono stare tranquilli - spiega - stiamo prendendo per mano la situazione insieme all'assessore regionale Manuela Lanzarin e al presidente dell'Ater Luca Barattin. Abbiamo capito che ci sono aspetti che non vanno bene e vanno corretti, lo stesso governatore Zaia mi ha chiesto un report dei casi più problematici: è già pronto e nei prossimi giorni andrò in Regione a portarglielo. Il nostro impegno è quello di accelerare i tempi per trovare soluzioni fin da subito e rivedere gli affitti già dalla prossima mensilità».I primi correttivi, promette Conte, saranno applicati dunque a stretto giro. «Ma dice il sindaco questa era comunque una legge che andava fatta: ci sono tanti furbetti negli alloggi popolari che non possono continuare a usufruire di un servizio pubblico pagando pochissimi euro».
Lina Paronetto
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Il Gazzettino