LA POLEMICA PORDENONE «Come mai sono ben 60 le attese dei fossi extra Monti,

LA POLEMICA PORDENONE «Come mai sono ben 60 le attese dei fossi extra Monti,
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LA POLEMICA

PORDENONE «Come mai sono ben 60 le attese dei fossi extra Monti, in costante aumento rispetto agli anni precedenti, nonostante il non dormitorio?»: arrivano da più parti i dubbi sulla tesi del sindaco Alessandro Ciriani, quella cioè che la creazione di un dormitorio possa attrarre altri migranti. Dopo Marco Salvador (Pordenone 1291), se lo chiede Mara Turani (M5S), che aggiunge: «Quale motivo adducono i Comuni di sinistra per non aiutare Pordenone nell'accoglienza diffusa? E per quale motivo non accettare il compromesso di fare un dormitorio anche nei dintorni di Pordenone per salvare vite umane dal freddo e dall'inverno, piuttosto che portare avanti una battaglia sterile, che vede solo sconfitte sulla pelle delle persone? Io vedo mancanze da entrambi le parti e vedo prese di posizione rigide sempre: non vedo collaborazione. E vedo i poveri, sia italiani che stranieri, uscirne sconfitti sempre. E vedo un Abdul qualunque farsi un bidet nel fosso e con le stesse mani lavarsi la faccia, asciugandosele sul maglione. Quale decoro urbano, civile e d'igiene per la città-bomboniera può esserci in questa immagine?». Opposizione consiliare sostanzialmente unanime nella richiesta di un dormitorio, in città o fuori, pur con alcuni distinguo nei confronti dell'operato del Ministero e della Prefettura: «Non sarà il mio Natale - commenta Daniela Giust (Pd) sui social - quello che l'amministrazione Ciriani fa pagare alla città con 90mila euro di luci neanche calde e gioiose, mentre 60 richiedenti asilo dormono per strada e non si permette l'apertura del dormitorio della Croce rossa». E anche Nicola Conficoni ribadisce che «nessuno deve dormire per strada». Critico invece Salvador: «Il ministro degli Interni - che sostiene di aver fermato gli arrivi dovrebbe concretamente dare soluzioni per molti di quelli che già sono sul nostro suolo e che continuano ad arrivare. Non è accettabile che siano lasciate a dormire in un fosso ed è assurdo che quando Croce rossa e privati una soluzione la indichino, il suo rappresentante sul territorio incredibilmente vi si opponga». E striglia il centrosinistra: «Spero che il silenzio di questi mesi su questa emergenza di tutti i livelli politici istituzionali del territorio, in primo luogo di quanti affermano di collocarsi politicamente a sinistra, non celi una condivisione della posizione del prefetto e del sindaco». Parla invece di «disgustoso gioco delle parti» la Rete solidale, che ieri ha manifestato con i Pastafariani di Treviso e Trento per chiedere che nessuno muoia al freddo: «Da una parte chiusura totale da parte delle istituzioni su una soluzione decente a zero costi per la città, supportata dalla Cri e che avrebbe potuto funzionare anche con il contributo pratico di numerosi volontari fra cui quelli delle parrocchie, dall'altra l'appello delle stesse istituzioni, nella persone dell'assessore Eligio Grizzo, affinché le parrocchie aprano ai rifugiati per la notte».

Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino