La notizia è arrivata alla segreteria cittadina del Pd nelle prime ore del

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La notizia è arrivata alla segreteria cittadina del Pd nelle prime ore del pomeriggio e ha subito peggiorato l'umore di tanti. Chi pensava che il caso Caldato fosse finito, almeno fino a dopo le elezioni comunali del 2018, ha dovuto ricredersi: il Natale 2016 porta in dono ai democratici trevigiani il ritorno della principale fustigatrice di giunta e maggioranza di questa legislatura. Per Andrea Michielan, segretario trevigiano, non è però il caso di fasciarsi la testa: la sospensiva concessa del Tribunale non tocca il merito della questione che verrà esaminato solo la prossima estate: «Rileviamo che la decisione del Tribunale, che modifica la prima decisione del giudice unico, non riguarda legittimità o meno dei comportamenti contestati alla Caldato, la nuova decisione si fonda principalmente su un vizio formale. Si tratta di una normale e fisiologica dialettica giudiziaria che, naturalmente, rispettiamo. Attendiamo fiduciosamente la decisione di merito, certi delle ragioni che hanno provocato la sanzione disciplinare».

La Caldato, ovviamente, canta vittoria e torna a sbandierare la sua tessera del Pd: «Da oggi nessuno potrà dire che non sono del Partito Democratico. Ogni azione sarà da me intrapresa per garantire la piena applicazione di questo decreto del Tribunale, con conseguenze politiche e non di vario tenore». Nella maggioranza già si pensa con una certa preoccupazione a quando la pasionaria si presenterà alle prossime riunioni: se da un lato è stata espulsa con una votazione che ha coinvolto tutti i consiglieri, dall'altro rientra a pieno titolo nel partito cardine della coalizione. Sarà difficile trovare un nuovo pretesto per lasciarla ancora ai margini.
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Il Gazzettino