LA MOSTRA Treviso Il 7 aprile 1944 un rumore sordo squarciò il cielo. Era

LA MOSTRA Treviso Il 7 aprile 1944 un rumore sordo squarciò il cielo. Era
LA MOSTRATreviso Il 7 aprile 1944 un rumore sordo squarciò il cielo. Era la vigilia di Pasqua, e sulla città calò un silenzio irreale. Il bombardamento su Treviso provocò 1470...

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LA MOSTRA
Treviso Il 7 aprile 1944 un rumore sordo squarciò il cielo. Era la vigilia di Pasqua, e sulla città calò un silenzio irreale. Il bombardamento su Treviso provocò 1470 morti ufficiali, quasi tutti civili fra cui 123 bambini, 30 mila sfollati, 7000 famiglie rimaste senza casa. E, tra lo scempio delle macerie, le opere d'arte in pericolo. Dopo 74 anni, le tele di Jacopo Lauro, Carletto Caliari, Matteo Ingoli, Bartolomeo Scaligero, Pietro della Vecchia, Ascanio Spineda, Alessandro Varotari detto il Padovanino, Matteo Ponzone, Paolo Veronese e Antonio Fumiani, ritornano alle pareti per cui furono concepite. E San Teonisto, l'antica chiesa trevigiana divenuta auditorium, si scopre pinacoteca.

INAUGURAZIONE
Domani 13 gennaio una cerimonia pubblica segnerà il ritorno di 19 delle 22 opere pittoriche, sottoposte ad accurato restauro. Le grandi tele furono commissionate nel corso del Seicento dalle monache benedettine che avevano eretto il convento e la chiesa di San Teonisto. E oggi quei quadri, che raccontano quasi tre secoli di opulenza, possono tornare a casa grazie al completo restauro di San Teonisto, voluto e finanziato da Luciano Benetton, che ha riconsegnato alla città un nuovo edificio per lo svolgimento di attività culturali.
GRANDE RESTAURO
Un ex luogo di culto, muto e silenzioso da decenni, è tornato ad essere una bellissima scatola smontabile. Pavimento in legno e superficie piana per esposizioni, performance ed anche balli carnascialeschi. Il complesso intervento di recupero, iniziato alla fine del 2014 e affidato alla cura e alla creatività dell'architetto Tobia Scarpa ha riconsegnato un luogo neutro, che oggi può davvero essere una preziosa pinacoteca, ma che grazie al progetto di pedane mobili, conservate nel ventre del monastero, si dispone ad auditorium. I dipinti inizialmente sottratti a San Teonisto erano 22. A tornare sono 19 di essi, anzi 18 perché una delle pale d'altare, Le nozze di Santa Caterina del Lazzarini, inserita nelle esposizioni stabili della Pinacoteca Civica, resta nelle sale dei Musei Trevigiani. In sostituzione dalla Pinacoteca giunge però la pala della Madonna del Rosario e i santi Domenico e Rosa di Jacopo Lauro. E non è un caso perchè questa pala era già stata collocata in San Teonisto. Mancano poi due tele conservate al Castello Sforzesco di Milano e a Brera, ma soprattutto la lunetta con effigiate Le Nozze di Cana di Paolo Veronese e bottega, oggi a Montecitorio.
LA FONDAZIONE BENETTON

«In un momento così importante non posso nascondere un sogno» afferma Marco Tamaro, direttore di Fondazione Benetton «che anche il gioiello maggiore di San Teonisto torni a casa. Credo che oggi ci siano le condizioni culturali e strutturali perché questo nostro capolavoro, da Montecitorio, rientri a Treviso». La quadreria originaria avrà anche una positiva funzione acustica: le alte volute della chiesa vedranno un po' attutito il riverbero ridondante, portando beneficio alle performance musicali. Il test sarà già domani con la cerimonia del taglio del nastro, alla presenza di Luciano Benetton e del sindaco di Treviso Giovanni Manildo con le musiche di J.S.Bach suonate da Stefano Trevisi al clavicembalo e Anna Tonini al flauto traverso.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino