La moschea gestita dalla comunità bengalese entra nel mirino della giunta Bitonci.

La moschea gestita dalla comunità bengalese entra nel mirino della giunta Bitonci.
La moschea gestita dalla comunità bengalese entra nel mirino della giunta Bitonci. Dopo lo stop agli edifici comunali per il Ramadan, palazzo Moroni apre un altro fronte di sulla...

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La moschea gestita dalla comunità bengalese entra nel mirino della giunta Bitonci. Dopo lo stop agli edifici comunali per il Ramadan, palazzo Moroni apre un altro fronte di sulla la comunità islamica che risiede in città. Complice la vasta eco dell'attentato terroristico di Dacca (capitale del Bangladesh) dove venerdì scorso sono stati uccisi 9 italiani, ieri il sindaco Massimo Bitonci, dopo un sopralluogo all'Arcella, ha visitato (dall'esterno) i locali (piuttosto fatiscenti) in via Jacopo da Montagnana 7. Locali che un tempo ospitavano la palestra Gym Sport e che, da tre anni a questa parte, vengono utilizzati dalla comunità bengalese presente in città come luogo di preghiera. La struttura è stata ribattezzata Bangladesh islamic center e viene gestita dalla Commissione Bangladesh di Padova. Lo scorso 11 dicembre davanti alla moschea è stata anche fatta scoppiare una bomba carta.

«Con quello che è successo lo scorso fine settimana a Dacca - ha spiegato ieri mattina Bitonci - era assolutamente opportuno fare un controllo in una struttura destinata alla preghiera e gestita appunto dalla comunità bengalese. Sulla questione voglio essere chiarissimo, noi effettueremo una verifica statica della struttura. Anche se l'associazione che lo gestisce è regolarmente iscritta all'appostato registro regionale, mi sembra molto strano che un fabbricato così fatiscente possa essere occupato da centinaia di persone durante il Ramadan».
«Non si può negare che molte di queste moschee si nascondono dietro associazioni di cultura islamica - ha detto ancora il primo cittadino - dobbiamo capire però se si tratta di vere associazioni, oppure se si tratta solamente di escamotage dietro ai quali c'è una sola finalità: aprire nuove moschee in città». «Dobbiamo infatti ricordarci che per accogliere centinaia di persone, le strutture devono avere degli standard strutturali ed igienico-sanitari molto stringenti - ha concluso - standard che la cosiddetta moschea dell'Arcella non sembra proprio possedere».

Si alza dunque il livello dello scontro tra l'amministrazione comune e la comunità islamica. Uno scontro che ha raggiunto il suo picco un paio di mesi fa con l'ordinanza voluta da Bitonci che impedisce alle donne velate di accedere a tutti gli edifici di proprietà comune. Due anni fa, invece, da palazzo Moroni è arrivato lo stop alla concessione di tutti gli spazi gestiti dal Comune per la celebrazione delle cerimonie legate la Ramadan. Nel novembre del 2014, infine, ha fatto molto scalpore il rifiuto da parte di Bitonci ad incontrare il console marocchino Ahmed El Khdar. In quell'occasione l'esponente leghista liquidò così su Facebook la questione: «Il Console voleva incontrare il sindaco proprio per discutere della questione del ramadan. Non ho alcuna intenzione di riceverlo. Da noi vige principio reciprocità. Quando nel mondo islamico i cristiani saranno rispettati e non perseguitati, allora ci parleremo. Intanto nessuna palestra pubblica per Ramadan». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino