LA MANIFESTAZIONE PADOVA Uno spiegamento di forze di polizia mai visto accoglie

LA MANIFESTAZIONE PADOVA Uno spiegamento di forze di polizia mai visto accoglie
LA MANIFESTAZIONEPADOVA Uno spiegamento di forze di polizia mai visto accoglie la tredicesima manifestazione no-pass a Padova, la prima dopo l'assalto di sabato scorso alla sede...

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LA MANIFESTAZIONE
PADOVA Uno spiegamento di forze di polizia mai visto accoglie la tredicesima manifestazione no-pass a Padova, la prima dopo l'assalto di sabato scorso alla sede nazionale della Cgil a Roma. La tensione è palpabile. La città del Santo è diventata in questi mesi una sorta di punto di riferimento in Veneto per le anime no-pass e si presentano più di 2.500 persone. Lo schieramento di forze dell'ordine è imponente: camionette di carabinieri e polizia stazionano in piazza Garibaldi, punto di ritrovo alle 16, così come all'incrocio tra Riviera Ponti Romani e via San Francesco e all'intersezione tra via Roma e corso Umberto I.

LA SORVEGLIANZA
La sede della Cgil di via Longhin è costantemente tenuta d'occhio grazie alle telecamere, una sorveglianza potenziata dopo tre episodi: lo striscione di Casapound, quello degli estremisti di destra Veneto Fronte Skinheads e l'imbrattamento delle vetrine. «Solidarietà alla Cgil? Se fossero qui forse. Ma non ci sono dice Cristiano Fazzini, uno dei coordinatori di Veneto No Green pass . Sabato scorso ero a Roma ma sono rimasto in piazza del Popolo, non ho visto cosa sia accaduto alla Cgil. Ci sono diverse cose che non quadrano. Qui a Padova siamo sempre stati pacifici e sempre lo saremo». In prima fila, come di consueto ma senza bandiere, Forza Nuova. «Siamo qui come popolo sottolinea il coordinatore regionale Luca Leardini . La gente continua a manifestare, continua a esserci e noi siamo al loro fianco senza simboli di partito. Per fortuna c'è ancora chi non crede a tutto quello che dicono i giornalisti. Roma? Non quadra vedere persone sedute, con le mani alzate e cariche della polizia inutili».
IL COMIZIO
Il corteo si snoda per le vie del centro, bloccando i mezzi pubblici. Intorno alle 18.30 il corteo arriva in Prato della Valle, affollatissimo di giovani, come ogni sabato. Alcuni di loro sbeffeggiano i manifestanti, li prendono in giro. Dal palco allestito in fondo al Prato i Veneto No Green pass chiedono alle forze dell'ordine di intervenire. «Non rispondete alle provocazioni» l'avvertimento che viene dato dagli organizzatori. Tra i manifestanti c'è anche Rosanna Spatari, barista di Chivasso (Torino) diventata simbolo dei negazionisti. «La pandemia non esiste, sono imposizioni false sostiene . Io sì che l'ho studiata bene la Costituzione e non ho mai chiuso, nemmeno quando è arrivato l'ordine del prefetto perché lavorare è un mio diritto». Non mancano i cartelli e i cori contro i giornalisti: «La disinformazione, la televisione, la stampa scritta e l'ignoranza uccidono più del Covid-19. Il dubbio fa parte del processo evolutivo». Spunta un bambolotto con la siringa infilzata nel braccio, un uomo che indossa un abito a righe bianche e blu, a voler imitare le divise degli ebrei rinchiusi nei campi di concentramento nazisti.

Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino