La mamma: «Loris ucciso due volte»

La mamma: «Loris ucciso due volte»
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SANTA CROCE CAMERINA - «Mio figlio è stato ucciso due volte: la prima quando per mano dell'assassino ha smesso di vivere, la seconda quando mi hanno arrestata e messa in carcere come colpevole del suo omicidio». È quello che ha detto Veronica Panarello, la madre del piccolo Loris Stival, al proprio avvocato Francesco Villardita dopo i funerali del figlio ai quali non ha preso parte.

È stato il legale a riferire la frase che dimostra come la donna continui nella sua linea combattiva, respingendo ogni accusa. Intanto la detenuta, accusata dell'omicidio volontario aggravato del bimbo di 8 anni, è stata trasferita dal carcere di Catania a quello di Agrigento. Lo ha confermato il suo difensore: «Capita spesso che i detenuti vengano trasferiti, è una decisione dell'amministrazione del dipartimento della polizia penitenziaria». Non sembra, quindi, che la decisione sia motivata dal clamore del caso o a qualche episodio che potrebbe essere accaduto dietro le sbarre a Catania.
Dopo le emozioni del funerale, migliaia di persone che hanno dato l'addio alla vittima di un crimine in buona parte ancora misterioso, è da registrare una dichiarazione del papà di Loris. «Non mi sono nemmeno accorto del cuscino a forma di cuore mandato da Veronica ai funerali di Loris: non è stata una mia scelta lasciarlo fuori dalla Chiesa». Così ha spiegato Davide Stival, tramite il suo avvocato Daniele Scrofani.

Stival è arrivato alle 14.30 il giorno dei funerali del figlio, portando a spalla la bara, ed entrando da una porta laterale per evitare l'assalto dei giornalisti. Il cuscino di fiori a forma di cuore inviato dalla mamma di Loris, adesso, si trova al cimitero di Santa Croce Camerina, dove il piccolo è stato seppellito il giorno stesso dei funerali. La donna avrebbe voluto essere presente in chiesa, ma visto che è stata arrestata e accusata di essere lei stessa l'autrice del tremendo gesto, non c'erano le condizioni per poter autorizzare un trasferimento che in casi di minor risonanza a volte avviene, sotto la vigile scorta degli agenti penitenziari. A spiegarlo alla detenuta era stato lo stesso avvocato Villardita. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino