La lezione di Cipriani: «Il turismo ha bisogno di anima»

La lezione di Cipriani: «Il turismo ha bisogno di anima»
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IL DIBATTITO
VENEZIA Ospitalità di qualità: questo il tema della tavola rotonda che si è tenuta ieri mattina nella quarta e ultima giornata di Fiet Italian Food and Tourism, la rassegna nazionale sull'agroalimentare ospitata all'hotel Monaco&Grand Canal e organizzata da Daniele Circiello di Solutiongroups.

I relatori, moderati da Davide Scalzotto de Il Gazzettino, sono stati Armando Ballarin (presidente di Skal International Venezia), Claudio Scarpa (direttore della Associazione veneziana albergatori), Arrigo Cipriani (patròn dell'Harry's bar) e Bruno Bernardi (professore di management dell'Università Ca' Foscari).
Alla domanda su quale sia la chiave per ripartire con un turismo di qualità a Venezia e in Italia, ciascun relatore ha esposto il suo punto di vista. Arrigo Cipriani ha esordito illustrando come il momento di pandemia che stiamo vivendo dovrà portare ad un nuovo modo di pensare che punterà alla sostanza delle cose più che alla loro forma, anche per il turismo di qualità. «L'accoglienza è il fattore più importante per la ristorazione e per il turismo e parte dal dna del nostro Paese. Il Covid, da parte sua, porterà però al cambiamento del mondo, perché in futuro si andrà in modo più diretto all'anima delle cose, delle imprese», ha spiegato Cipriani.
Claudio Scarpa ha poi messo in luce l'importanza di un ridimensionamento imprenditoriale che stia al passo con una figura del turista che in questi tempi si sta trasformando: «Con la pandemia il turismo è cambiato. Ancora per un bel po' continueremo ad imbatterci soprattutto nel turista che arriva con la propria macchina, che è anche considerata il mezzo più sicuro per il Covid».
«La gente - ha aggiunto Scarpa - continuerà a venire da vicino e l'albergatore dovrà sapersi adattare a questo cambiamento di clientela, anche se non per tutti è facile farlo, tanto che qualche veneziano ha già venduto la propria attività. Serve un riadattamento imprenditoriale e contemporaneamente tenere alta la qualità anche se i fondi scarseggiano».
Bruno Bernardi ha invece sottolineato l'importanza di promuovere una formazione dei futuri lavoratori che sia in stretta relazione con il contesto imprenditoriale concreto, anche per poter promuovere un'ospitalità di qualità: «Deve essere una formazione meno accademica e più calata nella realtà delle imprese», ha detto Bernardi. Armando Ballarin, che ha auspicato l'apertura di Skal anche nella Regione Puglia, ha infine ribadito l'importanza del modello Skal per fornire un'accoglienza d'eccellenza: «Non cerchiamo nel nostro club la quantità, ma la qualità degli associati per poter promuovere poi quella stessa qualità nell'ospitalità che offriamo».

Lorenzo Miozzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino