La Lega a Manildo: «L'avevi promesso»

La Lega a Manildo: «L'avevi promesso»
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TREVISO - (P. Cal.) La Lega (nella foto il gruppo consiliare) approfitta dell'ordine del giorno della Caldato per attaccare il sindaco Giovanni Manildo. E tira fuori le dichiarazioni della campagna elettorale quando ipotizzava una consultazione popolare per stabilire il compenso più giusto per gli amministratori. Mario Conte (Lista Gentilini) recita a memoria le parole di Manildo in quei giorni: «La prima cosa che farò come sindaco sarà indire un referendum con il quale chiedere agli abitanti quale sia secondo loro il giusto compenso che sindaco e membri della giunta debbano percepire». Con queste parole si presentò in campagna elettorale l'attuale Sindaco Manildo. Ora, dopo un anno e mezzo dalla sua elezione, oltre a non aver indetto alcun referendum, ha fatto per ben due volte bocciare, dalla sua maggioranza, la proposta di taglio dei compensi. Conte definisce «imbarazzanti» le giustificazioni mosse dai consiglieri di maggioranza per bocciare la proposta Caldato: «Sono perfino arrivati a dire che quelle dichiarazioni sono frutto di fantasie del Sindaco». Riccardo Barbisan (Lega) è caustico: «Manildo si trova vittima della sua incoerenza. Aveva promesso di abbassarsi lo stipendio come primo atto del suo mandato. Per ora ha tolto i nonni vigile e la festa per gli anziani, assunto un addetto stampa full time, un consulente part-time e gettato al vento 70mila euro per un campo nomadi. Con metà del suo stipendio da 4.276,72 euro al mese dovrebbe prima restituire i soldi malamente sperperati e con l'altra metà ripristinare i nonni vigile e aumentare il fondo per il sociale. Diciamo che a questo punto, siccome il suo lavoro varrebbe zero, può andarsene a casa tranquillamente entro Natale».
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Il Gazzettino