«Poteva andare peggio». Anche il peggior calo giornaliero dal 2011 per l'indice Euro (-4,21%), e i listini a picco con perdite anche superiori al 5%, come nel caso di Milano,...
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In effetti, l'avvio di giornata ieri, aveva fatto temere davvero il peggio per i mercati che si sono svegliati senza l'accordo tra l'Eurogruppo e Atene e con la chiusura forzata delle banche greche. Il primo scegnale di allarme è arrivato dallo spread Btp/Bund volato a quota 197 punti, contro i 123 della chiusura di venerdì, con il rendimento dei titoli a dieci anni a quota 2,7%. Ma l'impennata non ha risparmiato lo spread dei bonos spagnoli arrivati nel frattempo a quota 182 punti. Ma è durato poco. Perchè è bastato che scendesse in campo la Bce con acquisti di bond «in linea col piano di quantitative easing», come confermato da Francoforte, a tamponare la situazione. Così, ancora prima che aprissero i battenti le Borse europee, travolte da una piggia di vendite, il differenziale tra Roma e Berlino aveva già fatto un deciso dietrofront. Certo, la chiusura è stata a quota 159 punti (154,6 il differenziale dei bonos), un livello da alta tensione, ma comunque ben lontano dalla soglia d'allerta dei 200 punti.
Per le Borse il bilancio è pesante. La peggiore è stata la Borsa di Lisbona che ha perso il 5,22%, seguita a ruota da Milano (-5,17%) e da Madrid (-4,56%). Va un po' meglio a Parigi (-3,74%) e Francoforte (-3,56%), davanti a Londra (-1,97%). Mentre il listino di Atene resterà fermo fino a martedì 7 luglio. In rosso anche Wall Street, ha accelerato le perdite dopo che è arrivata la conferma che oggi la Grecia non pagherà domani il prestito di 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale.
Un capitolo a sè, è invece, quello dell'euro in netto calo in mattinata sul dollaro, per poi azzerare le perdite e risalire fino a quota 1,119 dollari.
Nessun panic selling nemmeno sui Btp. La scadenza a 2 anni ha visto aumentare il rendimento di 14 punti base allo 0,44%, la scadenza a 5 anni di 20 punti base, all'1,25%, la scadenza a 10 anni di 25 punti base al 2,36% mentre la scadenza a 30 anni ha visto salire il rendimento del BTp di 15 punti base al 3,33%. Una reazione composta, secondo gli operatori, che scommettono anche sulla Bce. Che potrebbe anche aumentare il ritmo degli acquisti di titoli di Stato attraverso il piano di quantitative easing attualmente a 60 miliardi di euro al mese. Un tema potrebbe arrivare sul tavolo della prossima riunione del consiglio direttivo.
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Il Gazzettino