LA GIORNATA PADOVA La data e l'ora passeranno alla storia. Perché ieri mattina

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LA GIORNATAPADOVA La data e l'ora passeranno alla storia. Perché ieri mattina alle 10, quando la benna in ferro ha azzannato con violenza il tetto e i piani alti dell'ultima...

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LA GIORNATA
PADOVA La data e l'ora passeranno alla storia. Perché ieri mattina alle 10, quando la benna in ferro ha azzannato con violenza il tetto e i piani alti dell'ultima palazzina verde del complesso Serenissima, il bronx è stato cancellato per sempre. Un termosifone a penzoloni da una finestra diventata un buco nero sotto i colpi della ruspa, e i calcinacci volati dall'alto e precipitati a terra in una nuvola di polvere, solo parzialmente annullata dal getto degli idranti, hanno sancito la fine di un incubo. Ma soprattutto la rinascita, all'insegna della legalità, di un non luogo per lungo tempo simbolo dell'illegalità, che aveva fatto rimbalzare in tutto il mondo un'immagine negativa di Padova proprio a causa di quel sito diventato l'emblema del degrado.

Tra una settimana, infatti, quando la demolizione dell'edificio al civico 13 sarà completata, sullo slargo che ospitava i sei condomini divenuti nel corso degli anni la sede prescelta da spacciatori e delinquenti per i loro traffici, delle vecchie costruzioni rimarranno soltanto le macerie, come dopo un bombardamento. Mattoni in frantumi, spuntoni in ferro, blocchi di calcestruzzo rimasti interi, con in mezzo ancora qualche traccia della quotidianità del passato: i resti di una fornello, qualche scarpa spaiata, un pallone sgonfio, un pezzo di parabola, brandelli di coperte e cocci di vetro. Fra poco tutto questo sparirà e del passato da dimenticare resterà solo un simbolo, cioè il muro anti spaccio, fatto erigere nel 2006 dall'allora sindaco Flavio Zanonato, nel tentativo, riuscito, di complicare la vita agli spacciatori che si passavano la droga da una strada all'altra. L'appuntamento per l'abbattimento è già fissato per l'inizio dell'autunno, quando c'è l'idea, Covid permettendo, di celebrare l'evento con una grande festa di quartiere.
IL CANTIERE
All'avvio della tanto attesa ultima demolizione hanno presenziato il vice sindaco Andrea Micalizzi, che ha la delega ai Lavori Pubblici, il consigliere Luigi Tarzia, Paolo Manfrin leader del Comitato Stanga, Alfredo Drago e numerosi residenti, che hanno brindato guardando la ruspa in attività. Nel momento in cui la superficie verrà liberata dalla montagna di macerie, l'area verrà permutata dal Comune che in cambio avrà dal Demanio l'ex caserma Prandina di Corso Milano, la quale nei progetti dell'amministrazione-Giordani ospiterà un parcheggio. In via Anelli, invece, verrà realizzata la nuova Questura.
Le demolizioni erano iniziate il 9 dicembre ed erano state organizzate palazzina per palazzina, in maniera da poter effettuare prima le minuziose procedure imposte dallo Spisal per l'eliminazione dell'amianto, contenuto nei collanti per attaccare le mattonelle di bagni e cucine.
I COMMENTI

Anche Sergio Giordani ha espresso compiacimento. «È con soddisfazione che comunichiamo ai padovani che da oggi le palazzine di Via Anelli, con tutto quello che hanno rappresentato, non esistono più. Siamo già al lavoro per la nuova questura. Alla fine importante è fare quello che si dice e dire quello che si fa, impegnandosi ogni giorno al meglio. Il mio grazie va a tutti quelli che hanno collaborato in tanti anni di battaglie». Un plauso per l'addio al bronx è arrivato poi da Manfrin. «Abbiamo aspettato vent'anni e finalmente adesso siamo arrivati a questo risultato eccezionale. Sono orgoglioso di avere dato anche io, assieme a tanti altri cittadini, un contributo per la risoluzione di un annoso e gravissimo problema». E il consigliere Tarzia ha concluso: «Era un luogo impenetrabile persino per le forze dell'ordine, ma che faceva comodo a chi poteva rifornirsi di droga 24 ore al giorno. Oggi finisce una triste storia di degrado e inciviltà, restituendo dignità alla Stanga e all'intera città».
Nicoletta Cozza
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino