LA GARA TREVISO Il trio swing di Carlo Colombo con la canzone Ridere di me ha

LA GARA TREVISO Il trio swing di Carlo Colombo con la canzone Ridere di me ha
LA GARATREVISO Il trio swing di Carlo Colombo con la canzone Ridere di me ha vinto il concorso Due Sotto, indetto da Ivan Trevisin, titolare dell'azienda trevigiana di onoranze...

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LA GARA
TREVISO Il trio swing di Carlo Colombo con la canzone Ridere di me ha vinto il concorso Due Sotto, indetto da Ivan Trevisin, titolare dell'azienda trevigiana di onoranze funebri. Il titolo allude, ovviamente, ai due metri sotto terra. Senza alcun intento burlesco. Perchè il concorso musicale è stato pensato proprio per composizioni ed esecuzioni funebri. Insomma, ai funerali la musica non fa certo la parte del leone e per Trevisin è ora di cambiare. Ieri, nel corso della finale al museo di Santa Caterina, c'erano i 4 finalisti, sui dieci musicisti che si sono presentati e sono stati giudicati da una giuria di esperti presieduta da Tolo Marton e formata da Lucia Visentin (violinista) Paolo Gasparin (compositore) Jacopo Cacco (direttore d'orchestra) e Nello Simioni (esperto di vinili).

Gli altri finalisti sono stati Marinella Smiderle con la canzone Dall'altra parte, Davide Vettori con Più in là e la banda della Città di Mogliano, diretta dal maestro Martino Pavan, con la canzone Il ritorno.
Al vincitore, trevigiano doc, sono stati consegnati 500 euro. Mentre Trevisin sta pensando di realizzare un concorso di musica funebre a carattere regionale oppure, ed è la seconda idea, di riunire in una compilation le canzoni appena proposte destinate ai riti funebri laici.

Ivan Trevisin aveva spiegato la ragione dell'audace certamen: «La musica in occasione di un commiato, non è valorizzata come all'estero e la sua mancanza impoverisce o addirittura svuota il rito funebre eliminando ogni dimensione di bellezza e conforto, che sostiene gli animi e rimane impresso nei cuori di chi vi partecipa». Trevisin aggiunge che all'estero il rito di commiato ha caratteristiche molto diverse rispetto all'Italia. «Esistono moltissime strutture private, in cui viene curato ogni dettaglio. In Italia il trasferimento dall'ospedale alla chiesa impone tragitti e convenzioni che non sempre consentono lo svolgimento di un funerale organizzato a regola d'arte. Almeno in chiesa c'è l'organo o magari il coro. Nelle sale di commiato spesso regna un silenzio imbarazzante, che rende ancora più penoso questo difficile momento».
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Il Gazzettino