La frode del brevetto anti-smog

La frode del brevetto anti-smog
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Il dispositivo anti-inquinamento o anti-particolato era stato al centro di una puntata di Report, sul Raitre. Ieri è costato al suo produttore, l'emiliano Daniele Brazzi, una condanna a 9 mesi di reclusione (pena sospesa) per frode nel commercio e falso. Il giudice Monica Biasutti ha anche disposto la confisca delle carte di circolazione che riportavano un falso timbro della Motorizzazione civile o un falso aggiornamento della certificazione.

I fatti risalgono al 2008, quando alcune società acquistano l'apparecchio per alcuni mezzi del proprio parco autobus, ad esempio la Styleviaggi Sas, la Ideal Viaggi snc, la Polar Star srl e la Alibus International Srl. Quest'ultima, in particolare, doterà del congegno anti-inquinamento tre pullman per partecipare alla gara indetta dalla Base Usaf di Aviano, visto che il dispositivo era stato riconosciuto alla Nato.
Il congegno, lungo 12 centimetri e largo 3, veniva installato nel circuito di alimentazione dei veicoli e prometteva l'abbattimento delle emissioni in atmosfera. In questo modo si accedere a una classe ambiente superiore: ad esempio Euro 3 o 4. A proporlo, nel giugno del 2008, era stata la Brazzi Tws Limiterd. Lo stesso Brazzi montava l'apparecchio nel vano motore e, secondo l'accusa, provvedeva ad annotare l'installazione del dispositivo sulla carta di circolazione. A segnalare alla Procura delle anomalie erano stati gli agenti della Polstrada di Spilimbergo. Poi ci fu il servizio televisivo a Report e adesso il processo. Il vpo Enrico Schenato ieri aveva chiesto una condanna a 14 mesi, ricordando che i veicoli su cui il congegno era stato installato avevano una classe diversa da quella riportata nelle carte di circolazione ritenute false. Lo stesso ministero dei Trasporti aveva emanato una circolare per informare che il Brazzi Tws non era omologato e che eventuali richieste di installazione dei dispositivi non avrebbero trovato accoglimento.

L'avvocato Marco Fina ha ricordato che il Tws era stato riconosciuto dalla Nato e che i testimoni che avevano sottoposto i veicoli a un test avevano riscontrato che effettivamente i mezi inquinavano di meno.
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Il Gazzettino