La Farnesina: Gloria e Marco sono morti

La Farnesina: Gloria e Marco sono morti
Mentre in Veneto si accendevano le candele, a Londra si è spenta la speranza. È arrivata ieri sera in Veneto la notizia dell'ufficialità della morte di Gloria Trevisan e Marco...

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Mentre in Veneto si accendevano le candele, a Londra si è spenta la speranza. È arrivata ieri sera in Veneto la notizia dell'ufficialità della morte di Gloria Trevisan e Marco Gottardi, i due architetti e fidanzati che da mercoledì risultavano fra i dispersi della Grenfell Tower. A confermare il decesso della 26enne di Camposampiero e del 27enne di San Stino di Livenza è stato l'avvocato Maria Cristina Sandrin, legale dei Trevisan, contattato dalla Farnesina. «Chiediamo a questo punto che vengano spenti i microfoni e le telecamere su questa vicenda e che venga rispettato il dolore di queste due famiglie», ha detto.

Sale così a 30, tra cui un bimbo di 5 anni, Isaac Shawo, il numero delle vittime del terribile incendio, mentre continuano ad emergere dettagli su quanto inadeguate e pericolose fossero le condizioni del palazzo, sia per l'assenza di misure antincendio sia per quel rivestimento completato l'anno scorso e andato in fiamme come paglia, dopo aver propagato il fuoco ai piani più alti in soli quindici minuti e aver reso molto più difficile e insicuro il lavoro dei vigili del fuoco. La notizia che l'impresa che l'anno scorso si era occupata del lavoro di ristrutturazione dell'edificio, una costruzione in cemento del 1974, avesse esplicitamente chiesto alla ditta fornitrice di avere il rivestimento esterno più economico, anche se non era ignifugo, ha portato la rabbia alle stelle nella comunità. E la protesta ha preso una piega più aggressiva quando i manifestanti che si erano assiepati davanti al municipio di Kensington e Chelsea hanno fatto irruzione nell'edificio.
Dure le contestazioni alla premier Theresa May, che ha annunciato un investimento da 5 milioni di sterline per trovare una sistemazione agli abitanti della Grenfell Tower entro tre settimane. Solo la regina Elisabetta II, che ieri è andata nel centro sportivo dove sono state alloggiate molte famiglie insieme al nipote William, duca di Cambridge, ha ottenuto un applauso per la maniera risoluta in cui ha fatto sentire la presenza dello Stato. «Siete stati incredibili, continuate così», ha detto la sovrana, elogiando la resilienza dei sopravvissuti. Neppure un politico popolare come Sadiq Khan è riuscito a passare senza essere spintonato quando è andato a visitare il relitto del palazzo.
La ristrutturazione del 2016 è costata 10,2 milioni di sterline e nei giorni scorsi sono circolate le cifre sui generosi bonus dei vertici della società Rydon Maintenance, ma la notizia secondo cui per risparmiare appena 6mila euro la società avrebbe ordinato la versione più economica del rivestimento è di quelle destinate a restare impresse nella mente dell'opinione pubblica. «Per colpa della gente che risparmia noi moriamo», ha urlato un uomo che aveva amici nella torre ad un'esponente del governo, Andrea Leadsom, venuta anche lei ad incontrare la comunità. Pur di non spendere due sterline in più al metro quadrato, si è affidata alla versione non ignifuga di un prodotto costruito dalla Omnis, ditta britannica. E, quel che è peggio, da un punto di vista regolatorio, nulla glielo ha impedito.
Dopo che l'incendio alla torre avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì ha messo in luce in maniera drammatica uno spaventoso deficit di sicurezza nella gestione degli incendi nelle case popolari britanniche, è emerso che né in Germania né negli Stati Uniti sarebbe stato possibile utilizzare materiali tanto scadenti e inadeguati. Il rivestimento esterno della torre sarebbe servito a isolarla meglio termicamente ma anche e soprattutto ad ingentilirne l'aspetto agli occhi del resto del quartiere, ossia la milionaria Kensington.

Intanto il numero dei morti è arrivato ufficialmente a 30 e i dispersi sarebbero ancora 76, anche se ovviamente è molto difficile stabilire chi si trovasse nel palazzo al momento dell'incendio e se ci fossero immigrati irregolari, gente a cui è impossibile risalire.
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Il Gazzettino