Il vecchio ristorante, ma la Porsche nuova di concessionario. Si consola così Piergiorgio Baita, l'amministratore delegato della Mantovani, accusato di aver concepito quel...
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Non sta malissimo nemmeno Claudia Minutillo, l'altra supertestimone dello scandalo Mose. Mentre Baita vince lo stress con la Porsche e il lavoro, Claudia Minutillo si distrae con una vacanzina. Tre settimane a Pantelleria, a partire dalla prossima settimana e fino alla fine del mese di agosto in un dammuso, una tipica costruzione dell'isola. Le solite malelingue, però ben informate, dicono che non ha affittato la casa cercandola in internet e che si tratta della stessa che affittò un paio di anni fa. Se è così si tratta di uno dei dammusi più belli di Pantelleria, secondo solo a quello di proprietà di Giorgio Armani. Vero o no che sia, di sicuro non ha speso poco visto che comunque da quelle parti per una dimora con quelle caratteristiche non si spende pochissimo. Circa 10mila euro a settimana, per capirci, euro più euro meno. Ma anche Claudia Minutillo, mentre si prepara per la partenza, non ha disdegnato un salto al ristorante dei vecchi tempi, quello diventato famoso perchè in una intercettazione si sente che lei chiama Renato Chisso e gli dice «stai sempre da Ugo a mangiare, dai muovi il culo e vieni qui». Ebbene, si è presentata proprio da Ugo, a Campalto e bisogna immaginarsi lo stupore del proprietario del ristorante che considera Chisso come un fratello. Ma, si sa, la faccia tosta fa parte del personaggio. Lo racconta meglio di tutti Laura Lazzarin, capo segreteria di Galan. E' lei che parla del cappottino di Hermès della Minutillo che Galan utilizzò nella sua prima conferenza stampa come una clava contro l'ex segretaria. «L'ho notato perchè mi piaceva ed era molto particolare. Passeggiando per il centro di Padova ho potuto vedere il cappotto in vetrina e il costo era di 18mila euro». E che dire dei regali che la Minutillo riceveva in ufficio? «In occasione di un Natale mi ha accusata di aver fatto sparire degli orecchini antichi di grande valore», dice ancora Lazzarin. Ebbene, tutto quello che emerge su Baita e Minutillo - ma anche su Mazzacurati - fa ormai parte integrante praticamente di tutte le memorie difensive degli altri imputati dello scandalo Mose perchè, battere sul tasto della ricchezza ostentata da Minutillo, Mazzacurati e Baita probabilmente serve a insinuare il dubbio che parte dei quattrini delle tangenti possa essere rimasta attaccata alle dita dei tre grandi accusatori.
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Il Gazzettino