LA DIFESA PORDENONE Giuseppe Mario Forciniti subito dopo l'arresto ha chiesto

LA DIFESA PORDENONE Giuseppe Mario Forciniti subito dopo l'arresto ha chiesto
LA DIFESAPORDENONE Giuseppe Mario Forciniti subito dopo l'arresto ha chiesto dell'avvocato Rosanna Rovere. Si sono conosciuti quando lavorava alla Rsa di Roveredo, dove...

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LA DIFESA
PORDENONE Giuseppe Mario Forciniti subito dopo l'arresto ha chiesto dell'avvocato Rosanna Rovere. Si sono conosciuti quando lavorava alla Rsa di Roveredo, dove l'infermiere era molto amato dagli anziani e dai loro parenti. Per la legale pordenonese, simbolo della battaglia per la tutela dei diritti delle donne, è stata una scelta molto combattuta. Da una parte il diritto alla difesa, che va sempre garantito, dall'altra la consapevolezza che non sarebbe stata in grado di assistere con la dovuta serenità l'autore di un femminicidio. Lo ha accompagnato verso l'interrogatorio reso dal sostituto procuratore Federico Facchin, poi ha rinunciato all'incarico. I genitori del 33enne, partiti nella notte da Rossano Calabro per raggiungere Pordenone, hanno incaricato l'avvocato Ernesto De Toni del Foro di Padova.

LA RINUNCIA
«Non mi sono sentiva di difenderlo, mi dispiace - ha spiegato l'avvocato Rovere - Ha diritto ad avere una difesa scevra da uno tipo di pregiudizio e io, che nella mia carriera ho sempre lottato per la tutela dei diritti delle donne, non avrei avuto la necessaria ludicità». L'ultimo incontro con Forciniti risale a un paio di mesi fa. Lui le aveva accennato a problemi che doveva risolvere con la compagna, ma non era stato generico e non entrato nei dettagli. «Perchè non sei venuto? - lo ha rimproverato ieri - A tutto c'è rimedio, ma davanti a questa tragedia non c'è giustificazione».
IL NUOVO DIFENSORE
Ieri Forciniti ha avuto un colloquio in carcere con l'avvocato De Toni. «L'ho trovato molto provato, affranto - spiega il legale - Non riesce a darsi spiegazioni. È collaborativo per quello che si ricorda e per primo vuole capire perchè abbia fatto del male, lui che non avrebbe mai fatto del male alla compagna». Il difensore conferma che il rapporto di coppia si era logorato, ma che l'infermiere era convinto di poter recuperare la relazione. In casa dormivano in camere separate e l'altra sera, prima di andare a letto, ha dato il bacio di bacio della buonanotte al bimbo di tre anni già addormentato nel lettone. «Lei lo ha aggredito mentre usciva dalla camera, lui ha cercato di fermarla - afferma De Toni - Ricorda solo un colpo».
IL CELLULARE

La difesa sembra intenzionata a imboccare la strada delle legittima difesa e non solo per via delle ferite che Forciniti ha alle mani e all'addome. L'infermiere ha riferito che di aver subito vessazioni, maltrattamenti e percosse. Ha anche parlato di come la compagna trascorreva le giornate e si occupava della casa. «Chiederemo di poter vedere il contenuto del cellulare della vittima - ha detto l'avvocato del 33enne - per capire meglio la situazione e trovare riscontri a quanto Forciniti ha raccontato». Ma il prossimo passo, per il momento, sarà l'udienza della convalida dell'arresto che si terrà davanti al gip Giorgio Cozzarini e dove si affronterà anche la delicata questione della misura cautelare da applicare a un reo confesso.
C.A.
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Il Gazzettino