LA CRISI TREVISO Solo una settimana fa pareva essersi aperto uno spiraglio, ora

LA CRISI TREVISO Solo una settimana fa pareva essersi aperto uno spiraglio, ora
LA CRISITREVISO Solo una settimana fa pareva essersi aperto uno spiraglio, ora invece la situazione della Tessitura Monti torna a precipitare. E con essa tremano i 248 dipendenti...

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LA CRISI
TREVISO Solo una settimana fa pareva essersi aperto uno spiraglio, ora invece la situazione della Tessitura Monti torna a precipitare. E con essa tremano i 248 dipendenti nella Marca Il centenario gruppo tessile di Maserada, da tempo alle prese con una pesante crisi finanziaria, ha presentato ieri mattina la dichiarazione di insolvenza al Tribunale delle imprese di Venezia. Nei giorni scorsi un fondo di investimento svizzero si era fatto avanti per un'operazione di salvataggio dell'azienda trevigiana produttrice di tessuti per camicie. L'offerta presentata, però, a quanto si è appreso, è stata respinta dal pool di sette banche creditrici dell'impresa, non giudicandola sufficiente. Neppure l'aspirante acquirente ha voluto insistere nel tentativo, poiché non risulta abbia tentato ulteriori rilanci o negoziati, come di prassi avviene in circostanze simili. A quel punto, ai vertici della Tessitura non è restato altro che portare i libri in Tribunale: sarà ora il giudice a valutare le condizioni e a decidere il prossimo futuro dell'azienda. Tra le ipotesi, quella di un'amministrazione straordinaria, con la nomina di uno o più commissari con ampi poteri, per tentare il risanamento.

La notizia della dichiarazione di insolvenza è stata confermata da Manuel Monti, vicepresidente esecutivo ed esponente della famiglia proprietaria, ai sindacati di categoria, convocati d'urgenza nel tardo pomeriggio di ieri per una riunione nella sede di Assindustria VenetoCentro a Treviso. «Lunedì mattina, nello stabilimento di Maserada (Treviso), si terranno le assemblee con i lavoratori, con l'obbiettivo che nelle prossime ore l'azienda possa offrire elementi di garanzia per la prosecuzione dell'attività lavorativa», fanno sapere i rappresentanti di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil. Le sigle sindacali, che da tempo sollecitavano un piano industriale chiaro per il rilancio, hanno chiesto anche tutele riguardo al versamento delle prossime mensilità per gli addetti. Una volta che il Tribunale avrà preso la sua decisione, poi si prenderà in esame anche la possibilità di ricorrere ad eventuali ammortizzatori sociali.
La Monti, peraltro, utilizza cassa integrazione e altri sostegni da oltre dieci anni, in seguito a svariate ristrutturazione e riduzioni di personale. L'investitore elvetico, tra le condizioni, aveva posto l'acquisizione del 100% dell'azienda. Sfumato l'accordo, invece, il controllo rimarrà ancora, almeno per il prossimo periodo, nelle mani della famiglia fondatrice, anche se la gestione operativa, come accennato, verrà con molta probabilità affidata ad un commissario. La vicenda è seguita anche dalla Regione: l'ultimo incontro si era tenuto lo scorso 14 novembre.
FATTURATO IN CALO

Fondato nel 1911, il gruppo Tessile Monti è uno dei maggiori produttori europei di tessuti per camiceria, lavorando circa 270 milioni di metri di filo all'anno, per oltre 16 milioni di metri di tessuto, in circa diecimila varianti. Oltre al quartier generale e principale sito produttivo di Maserada, conta sedi in Repubblica Ceca e in India (dove è stato inaugurato uno stabilimento capace, a regime, di cinquemila capi), oltre a due joint venture, sempre all'estero. Ha chiuso il 2018 con un fatturato intorno ai cento milioni, in lieve riduzione rispetto ai 103 del 2017, per oltre l'80% derivato da esportazioni.
Mattia Zanardo
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Il Gazzettino