La comunità vive nell'Alta Padovana dagli anni Ottanta: sono 150 persone

La comunità vive nell'Alta Padovana dagli anni Ottanta: sono 150 persone
Giovanni e Giorgio Braidich, fratelli, sono due figure di rilievo della famiglia rom che ha posto negli anni le proprie radici tra Piombino Dese e Trebaseleghe. La generazione dei...

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Giovanni e Giorgio Braidich, fratelli, sono due figure di rilievo della famiglia rom che ha posto negli anni le proprie radici tra Piombino Dese e Trebaseleghe. La generazione dei Braidich vive nell'Alta padovana da oltre 80 anni. Giorgio Braidich è mancato a 78 anni. Abitava nella frazione di Torreselle di Piombino Dese. Sposato con Rosaria d'Attardi, era padre di 6 figli, 4 maschi e 2 femmine. Considerato da tutti un uomo d'altri tempi che nutriva grande rispetto per le nuove generazioni e gli anziani. Tutti gli volevano bene e il giorno del funerale al suo capezzale sono arrivati familiari e amici da tutta Italia. Chi l'ha conosciuto ha riferito che Giorgio ha fatto del bene a tantissima gente. La sua morte aveva lasciato nello sgomento tantissimi rom.

Stesso discorso vale per Giovanni Braidich, mancato quattordici anni fa. Una persona che ha cresciuto con mille attenzioni i suoi figli, cui non ha mai fatto mancare nulla. Dopo una vita vissuta a Piombino Dese è stato tumulato proprio a Trebaseleghe dove l'altra notte è stato oggetto delle profanazioni di una banda di malviventi su cui le forze dell'ordine sperano a breve di chiudere il cerchio. Giorgio e Giovanni erano fratelli di Carlo Braidich, scomparso 7 anni fa all'età di 84 anni. Quest'ultimo era considerato il capo indiscusso della dinastia dei Braidich. É stato trasportato fino al cimitero in Rolls Royce, con una coreografia d'eccezione fatta di banda musicale, lancio di petali dall'elicottero e il volo di colombe bianche. Era considerato una delle figure di spicco del mondo rom non solo italiano. Ora i tre fratelli, Giorgio, Giovanni e Carlo, riposano al cimitero di Trebaseleghe non lontano l'uno dall'altra. I parenti e gli amici di questa famiglia chiedono di essere lasciati in pace, non desiderano avere i riflettori puntati addosso e sperano vivamente che quanto di sconcertante è avvenuto nelle ultime due settimane non debba più accadere.
C.Arc.
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Il Gazzettino