La Commissione d'inchiesta convoca anche 5 ministri

La Commissione d'inchiesta convoca anche 5 ministri
LE INDAGINIROMA Sono cinque i ministri passati da Via XX Settembre dal 2008 ad oggi. E altrettanti ha deciso di ascoltarne di qui a Natale la Commissione d'inchiesta sulle banche,...

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LE INDAGINI
ROMA Sono cinque i ministri passati da Via XX Settembre dal 2008 ad oggi. E altrettanti ha deciso di ascoltarne di qui a Natale la Commissione d'inchiesta sulle banche, che ieri sul fascicolo Mps ha sentito i sostituti procuratori di Milano, Giordano Baggio e Stefano Civardi che nel 2012 iniziarono a indagare sulla banca senese, ed ora è decisa ad accelerare i tempi. Dunque anche Giulio Tremonti, Mario Monti, Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomanni e Pier Carlo Padoan racconteranno la loro versione su dieci anni di crisi bancarie.

La proposta di chiamare in causa anche il ministri del Tesoro è partita proprio ieri dal presidente della Commissione, Pier Ferdinando Casini, che ha aggiornato anche il calendario delle audizioni settimanali. Oltre a quella di oggi, Casini ha convocato due ulteriori sedute. Giovedì alle 10,30, verrà sentito il capo della Procura di Siena, Salvatore Vitello, mentre venerdì, alle 11, sarà la volta del Colonnello della Guardia di Finanza Pietro Bianchi, già responsabile del Nucleo speciale di Polizia valutaria nell'ambito dell'indagine su Mps.
IL CALENDARIO
Le altre saranno fissate strada facendo, ma intanto è stato stabilito il programma dei lavori. Fino al 26 la bicamerale si occuperà di Mps, mentre a seguire e fino al 10 dicembre toccherà alle quattro banche, Etruria, Marche, Cariferrara e Carichieti. Dopodichè, appunto dopo il 10 dicembre, sarà convocato il presidente della Consob (in scadenza il 15 dicembre) e a seguire il governatore, Ignazio Visco. Solo allora partirà la sfilata dei ministri. Rimane invece ancora aperto il delicato capitolo dell'audizione del presidente della Bce, Mario Draghi, nonchè ex governatore di Bankitalia: a proporlo ieri è stato il deputato M5s Carlo Sibilia.
Tecnicamente Draghi dispone delle prerogative del Capo dello Stato e dunque, può essere soltanto invitato dalla Commissione di inchiesta. È evidente, però come anche un invito potrebbe essere quantomeno imbarazzante per Draghi, oggi impegnato nel delicato compito di dosare da Francoforte l'allentamento monetario appena avviato. Neanche dalle parti del Quirinale un invito del genere passerebbe facilmente. Allora una delle ipotesi sul tavolo è di sentire soltanto Daniéle Nouy, a capo della Vigilanza Bce.
Ma c'è un altro tema ancora da chiarire: quando si aprirà il fascicolo delle quattro banche sarà sentito anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi? L'argomento non è stato nemmeno sfiorato ieri. Un passo obbligato, invece, per gli M5s, convocare l'ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni.
LA CRISI DI SIENA
Intanto le audizioni dei procuratori di Milano sembrano confermare tutti i nodi del «sistema» Mps. La crisi di Mps, ha spiegato però Civardi, va avanti da tempo e non può essere letta come conseguenza delle operazioni in derivati Alexandria e Santorini che «servirono ad occultare le perdite quindi a risolvere problemi». Il dissesto è piuttosto da inquadrare «in una crisi di sistema: Mps aveva tanti titoli di Stato, una quota doppia rispetto alle altre banche ed è chiaro che quando scoppia a fine 2010 il problema del debito sovrano soffre più delle altre». I magistrati milanesi hanno raccontato poi che i manager del vecchio Mps (ai quali, hanno tenuto a precisare, non possono esser paragonati i successori Profumo e Viola che fecero emergere perdite nascoste per 700 milioni di euro) avevano messo in atto «un imponente scudo di somme di denaro».
E l'acquisto di Antonveneta a un prezzo stellare? Fu comprata «una banca a scatola chiusa». Ma comunque, che per questo acquisto fosse stata pagata una «stecca» non è mai stato trovato un riscontro.

Roberta Amoruso
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino