Il traffico di cocaina che arrivava direttamente dalla Colombia è stato smascherato due anni fa dagli investigatori della Squadra mobile padovana. E adesso sono arrivate le...
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Dopo l'arresto di chi teneva i contatti tra la Lombardia e la Colombia, Antonio Maniero e Giuliano De Checchi erano stati costretti a cambiare fornitore per non perdere il controllo dello spaccio tra le province di Padova e Venezia. E gli investigatori avevano scoperto che Luca Marcato, dopo essersi dedicato per anni a furti e rapine, aveva cominciato a trattare cocaina a livelli importanti. In uno dei bar della Riviera del Brenta Maniero e De Checchi avevano conosciuto il giostraio ed era nata una collaborazione. Il "Sinto" riusciva a procurare tre etti di droga alla settimana a De Checchi e Maniero. Cocaina che veniva venduta ad altri spacciatori, tra cui Stefano Lodovici e Antonio Bastianello. Nel gruppo vi erano regole ben precise. Niente azioni azzardate. Telefoni usati solo per le emergenze, movimenti in scooter e auto continuamente bonificate con dispositivi antispia. Non era stato facile per la Squadra mobile di Padova chiudere il cerchio delle indagini. In un anno di pedinamenti era emerso che Maniero e De Checchi non erano solo degli abili spacciatori di cocaina. Ma erano stati anche "utilizzati" da una banda lombarda per pianificare un assalto ad un bancomat alle porte di Padova. E per guadagnare mille euro erano pronti anche a riempire di botte un imprenditore trevigiano attanagliato da pesanti debiti. Il capo del gruppo era De Checchi. Mentre era controllato, aveva comperato una pistola Beretta perchè vendicare il figlio che era stato deriso da altri coetanei. Nessun atto violento venne compiuto ma gli investigatori della Mobile erano pronti ad intervenire. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino