La Città della Speranza promossa dagli specialisti

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L'ANALISI
PADOVA In questi giorni La città della speranza ospita Andrea Biondi, direttore della clinica Pediatrica dell'Università di Milano -Bicocca Ospedale San Gerardo, Ilaria Capua, direttrice del progetto One health dell'università della Florida e Lorenzo Moretta, direttore area ricerca immunologica dell'ospedale Bambino Gesù di Roma.

Sono i 3 componenti del Sab, Scientific advisory board, che ha il compito di valutare l'attività scientifica svolta dall'istituto di ricerca pediatrica. «Ho assunto la direzione scientifica della Città della speranza un anno fa e ho attuato dei cambiamenti - dice Antonella Viola - ho chiesto al Sab di fare il punto su quanto fin qui fatto, valutare la mia direzione e non quella dei gruppi di ricerca che verrà svolta fra un triennio, mettendo in risalto i punti di forza e le debolezze chiedendo anche al Sab di disegnare il tipo di futuro da seguire».
Una valutazione ritenuta fondamentale, come sottolinea Capua, «anche nei confronti dei finanziatori». Capua, Biondi e Moretta hanno ascoltato dalla voce dei coordinatori delle sei aree di ricerca Irp, una panoramica generale del lavoro svolto, temi che sono stati poi approfonditi con colloqui individuali. «L'impressione è molto buona, ci sono ottime scelte da parte di alcuni gruppi di ricerca, altri che denotano grande potenziale che potrà concretizzarsi con un lavoro integrato. La struttura è in forte espansione, la raccomandazione è quella di tenere in primo piano il merito e di integrarsi con l'università - osserva Moretta - Città della speranza può diventare un polo importante non solo per il Veneto ma per la nazione. Può contare inoltre su una lunga e consolidata tradizione di leardership nel campo dell'oncoematologia pediatrica».
Giudizio più che positivo anche per Biondi. «La diagnostica è sempre più avanzata. Da oltre 30 anni, Giuseppe Basso, presidente Irp, ha coniugato lo sviluppo progressivo in ambiti di ricerca leader a livello internazionale - Afferma Biondi - la sfida da affrontare ora è quella di integrare in Irp questa storia legata all'oncoematologia espandendola ad altri ambiti, sviluppando sinergie e progetti che richiedono risorse. Da pediatra sottolineo che questo istituto è una realtà abbastanza unica, una grande innovazione per l'Italia e porta una grande visione del futuro».
«Antonella Viola ha dato un senso ad un'operazione complessa - continua Capua - vorrei ricordare a Padova ed al Veneto che si tratta di una sfida importantissima per come la città si vuole posizionare nella ricerca a tutti i livelli, compreso quello internazionale - puntualizza Capua - inoltre la direzione è femminile, come lo è quella di Alessandra Biffi nella clinica di oncoematologia pediatrica, due donne straordinarie che fanno ricerca e sono di ispirazione e speranza per le ragazze che intendono fare ricerca. L'orientamento di Irp è decisamente verso l'eccellenza, con sinergie europee ed internazionali: ricordo che non è possibile fare ricerca senza essere parte di un gruppo più forte. Mi appello ai padovani ed ai veneti perché difendano questa meravigliosa realtà cresciuta sull'amore, sul senso di responsabilità e tanta sofferenza ma che è una risposta a problemi gravissimi - ha continuato - serve sostenere ancora di più Città della Speranza e Istituto di Ricerca affinché questa straordinaria realtà possa affermarsi con forza in Italia e in Europa».

«Senza ricerca non c'è progresso e non si guariscono le persone, 40 anni fa il 90% dei bambini colpiti moriva - chiude Giuseppe Basso - oggi la percentuale è quasi rovesciata ma ne perdiamo ancora troppi. Dobbiamo puntare su una ricerca di alto livello con nuove terapie e nuove tecnologie ma ci vogliono più fondi per la ricerca. Nei paesi nordici alla ricerca viene destinato circa il 7% del Pil, da noi lo 0,8% anche se siamo al terzo posto nel mondo come ricercatori. Irp è un sogno, l'obbiettivo è essere competitivi a livello internazionale, già in molti ci vogliono come partner».
Luisa Morbiato
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Il Gazzettino