LA CERIMONIA ROMA I conti pubblici «sono non soltanto in ordine, sono molto

LA CERIMONIA ROMA I conti pubblici «sono non soltanto in ordine, sono molto
LA CERIMONIAROMA I conti pubblici «sono non soltanto in ordine, sono molto in ordine». La crescita è tornata ed è «stabile». E dunque «questi risultati, dalla riduzione del...

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LA CERIMONIA
ROMA I conti pubblici «sono non soltanto in ordine, sono molto in ordine». La crescita è tornata ed è «stabile». E dunque «questi risultati, dalla riduzione del deficit alla stabilizzazione dell'avanzo primario, costati sacrifici» alle famiglie e alle imprese «non possono essere dilapidati. Disperderli sarebbe assolutamente irresponsabile». Insomma, per il premier Paolo Gentiloni intervenuto alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Luiss «non è proprio il tempo delle cicale». Soprattutto, non è proprio il tempo «di scardinare pilastri del nostro sistema pensionistico e fiscale».

È piuttosto l'ora della competenza, della serietà e dell'investimento sul futuro» in un Paese che rischia d perdere «il ritmo» se continua a correre a due velocità.
Uno sforzo che va rivolto ai giovani. Un tema sentito anche dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, presente in platea, e pronto di lì a poco dal palco dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università La Sapienza a lanciare l'allarme proprio sui più penalizzati da tassi di disoccupazione «ancora troppo alta». Il numero dei laureati, dice il ministro, sta crescendo ma è ancora troppo basso» e «ancora troppi giovani lasciano il nostro Paese per migliori opportunità all'estero». Visto da Gentiloni, dobbiamo dunque «lavorare più di prima per contrastare povertà, agire sui salari e promuovere l'inclusione per fornire occasioni di lavoro ai giovani». Lo sguardo è alla «riduzione delle disuguaglianza» e soprattutto agli «investimenti nel Mezzogiorno». Perchè «non ci sono mai state negli ultimi anni condizioni più favorevoli» per puntare sul Sud.
LA ROTTA
Per fare tutto questo, serve «coraggio e fiducia». Ma anche qualità del capitale umano», proprio quello che cresce in aule come quelle della Luiss, e che può decollare anche con progetti come Industria 4.0 e il suo corollario sulla formazione. Non a caso «la missione principale della nostra università», dice in apertura il rettore della Luiss Paola Severino, «resta innanzitutto quella di formare professionisti per le imprese, per la pubblica amministrazione, per le professioni anche intercettando tempestivamente il frenetico evolversi dell'economia digitale». Possiamo «rafforzare «la credibilità del Paese», aggiunge Severino. E questo, passando da un percorso di «internazionalizzazione, la strada interdisciplinare e la formazione per il lavoro.

Lo sguardo è anche a cogliere il treno dell'«innovazione» e del «dinamismo»; tanto cara a Edmund S. Phelps, premio Nobel per l'economia nel 2006, insignito ieri della Laurea Honoris Causa in Management, alla presenza anche della presidente della Luiss e di Eni, Emma Marcegaglia, di Giovanni Lo Storto, direttore generale Luiss e Giorgio Di Giorgio, professore Luiss di monetary policy davanti a una platea di nomi delle istituzioni e della politica (tra cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, Anna Finocchiaro e il comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri), rappresentanti nel mondo accademico e dell'impresa (tra cui Francesco Gaetano Caltagirone).
R. Amo
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Il Gazzettino