LA CERIMONIA MILANO Ha 24 anni e un sorriso contagioso che traspare dalla mascherina

LA CERIMONIA MILANO Ha 24 anni e un sorriso contagioso che traspare dalla mascherina
LA CERIMONIAMILANO Ha 24 anni e un sorriso contagioso che traspare dalla mascherina Giulia Sulpizi, di Monselice, in provincia di Padova, nella cui università ha conseguito la...

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LA CERIMONIA
MILANO Ha 24 anni e un sorriso contagioso che traspare dalla mascherina Giulia Sulpizi, di Monselice, in provincia di Padova, nella cui università ha conseguito la laurea in giurisprudenza. Ieri era a Milano, piena di orgoglio, per ricevere, insieme a 11 coetanei, l'ambito Premio Valeria Solesin, come vincitrice del concorso annuale questa è la quinta edizione rivolto agli studenti di tutti gli atenei italiani, pubblici e privati, e ispirato agli studi sulla parità di genere della giovane ricercatrice veneziana scomparsa tragicamente, unica vittima italiana, nell'attentato del Bataclan di Parigi del 13 novembre 2015.

I RICONOSCIMENTI
Nel contesto di un riconoscimento al talento femminile come fattore determinante per lo sviluppo dell'economia, dell'etica e della meritocrazia nel nostro paese, Giulia, che sogna di diventare avvocato ma vorrebbe tentare anche la carriera accademica, ha convinto il comitato scientifico presieduto da Renata Semenza della Statale di Milano con una tesi su La discriminazione di genere: una rivoluzione in atto fra le sponde dell'Atlantico. «Nel mio elaborato ho messo a confronto il sistema giuridico italiano con quello statunitense sotto il profilo del diritto di famiglia, del diritto del lavoro e dell'accesso alle cariche pubbliche, ispirandomi al lavoro sull'empowerment femminile della giudice della corte suprema americana Ruth Bader Ginsburg».
Tutt'altro campo d'interesse, ma stessa passione per il tema delle pari opportunità, ha l'altra vincitrice di area veneta del premio, Martina Arcadu, un anno in più, di Mestre, autrice di una tesi in psicologia, sempre a Padova, su Disastri, genere e attivismo, che indaga su come la variabile di genere femminile si inserisca nelle dinamiche di cittadinanza attiva nei contesti dei disastri ambientali, siano essi naturali o tecnologici. «Il mio caso di studio è stato il movimento delle Mamme No Pfas, dalla sigla delle molecole perfluoro alchiliche all'origine dell'inquinamento delle acque di cui tanto si è parlato, negli ultimi anni, per il nostro territorio. Di come cioè l'essere donne e madri, quotidianamente a contatto con il problema, influenzi l'assunzione di un ruolo attivo nella comunità».
Vari e tutti interessanti i temi affrontati nelle tesi selezionate per il Premio ideato da Paola Corna Pellegrini, Ceo di Allianz Partners e vicepresidente del Forum della Meritocrazia, tra cui alcuni di stretta attualità come la sostenibilità ambientale, il revenge porn o il diversity management, cioè l'insieme delle pratiche volte a valorizzare la diversità, non solo di genere ma anche etnica, culturale, di orientamento sessuale e così via, all'interno dell'ambiente di lavoro.
Un grande e caloroso applauso ha suscitato, come in ogni edizione, la testimonianza di Luciana Milani, madre di Valeria Solesin, intervenuta prima della cerimonia di premiazione, diffusa anche in streaming, per condividere l'esperienza della sua partecipazione come parte civile al processo sugli attentati di Parigi del 2015, in cui con sua figlia persero la vita complessivamente 130 persone di 26 diverse nazionalità, in corso a nella capitale francese.

«Al di là della sentenza, attesa per maggio o giugno del prossimo anno, e che potrà essere più o meno severa per l'uno o l'altro degli imputati, il processo ha un grande significato, sia come attestazione della democrazia e dello stato di diritto, sia come grande rito catartico che coinvolge le vittime, i loro familiari e un'intera nazione. Degno di nota anche il fatto che si svolga nell'Île de la Cité, nel cuore di Parigi, e non in una qualunque aula bunker di periferia».
Paolo Crespi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino