LA CELEBRAZIONE CITTÀ DEL VATICANO Il razzismo che dilaga, le prostitute

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LA CELEBRAZIONECITTÀ DEL VATICANO Il razzismo che dilaga, le prostitute africane schiavizzate sulle strade, «crocifisse a nostro uso e consumo», il ruolo mediocre del nuovo...

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LA CELEBRAZIONE
CITTÀ DEL VATICANO Il razzismo che dilaga, le prostitute africane schiavizzate sulle strade, «crocifisse a nostro uso e consumo», il ruolo mediocre del nuovo sinedrio. È stata una Via Crucis insolita, per certi versi persino politica, dove al centro è finita la sofferenza di chi non sa dove andare, di chi non ha nulla, di chi ha attraversato il Mediterraneo ma poi è stato respinto perché i porti sono chiusi.

Il silenzio del mondo politico faceva da sottofondo a questa Via Crucis che ha raccolto le lacrime delle baby squillo che finiscono sulla Salaria o su altre strade consolari, rese schiave dal racket e dall'indifferenza. Le migrazioni hanno fatto da trait d'union ad ognuna delle 14 stazioni dell'antico rito. C'era la giornalista dell'Avvenire, Lucia Capuzzi, coraggiosa nell'aver portato alla luce il dramma delle donne in Amazzonia, c'era suor Rita della Casa di Ruth che raccoglie le ragazze sulla strada di Caserta, suor Michaela che lavora a Ponte Galeria, lo stesso centro nel quale presta soccorso suor Eugenia Bonetti, 80 anni suonati ma una energia contagiosa. E' lei che ha scritto le feroci meditazioni che sono state lette al Colosseo, a commento dei fatti del Vangelo che ripercorrono gli ultimi episodi della vita di Cristo, la passione, lo scherno, le torture fino alla crocefissione sul Golgota.
Francesco aspettava la croce dal colle Palatino, seguendo ogni meditazione, con gli occhi chini. Alla fine ha letto una preghiera elencando «la croce dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici; la croce dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza; la croce dell'umanitache vaga nel buio dell'incertezza e nell'oscuritadella cultura del momentaneo».
Di fronte ai «nuovi crocifissi» e ai «troppi calvari sparsi per il mondo», siamo tutti complici, con la nostra ipocrisia e la nostra indifferenza, ha scritto suor Eugenia. Al Colosseo di volta in volta affioravano le vittime della tratta, i bambini affogati nel mare, gli sconosciuti inghiottiti dagli abissi. Tutta colpa della triade «denaro, benessere e potere» che erige «cittadelle blindate».
LE STORIE
I diritti umani troppe volte vengono calpestati. Chi sono i nuovi crocifissi oggi? L'elenco è lungo. «I senza fissa dimora, i giovani senza speranza, senza lavoro e senza prospettive, gli immigrati costretti a vivere nelle baracche ai margini della nostra società, dopo aver affrontato sofferenze inaudite». E poi come dimenticare i rom, i cui accampamenti «vengono bruciati e rasi al suolo insieme». Vengono evocate le grida delle madri che «piangono per la sorte delle loro figlie e dei loro figli». Infine come non ricordare i bambini. «Quanti bambini sono discriminati a causa della loro provenienza, del colore della loro pelle o del loro ceto sociale!».

Franca Giansoldati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino