La Caritas attacca sui migranti: «Non respingiamo»

La Caritas attacca sui migranti: «Non respingiamo»
LA POLEMICATREVISO La Chiesa non può rimanere in silenzio davanti alle uscite contro i migranti del neo ministro dell'Interno Matteo Salvini. E non solo le sue. È questo, in...

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LA POLEMICA
TREVISO La Chiesa non può rimanere in silenzio davanti alle uscite contro i migranti del neo ministro dell'Interno Matteo Salvini. E non solo le sue. È questo, in sintesi, il pensiero di don Davide Schiavon, direttore della Caritas di Treviso, da sempre in prima linea sul fronte dell'accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati. «Come Chiesa dobbiamo uscire da un lungo letargo che ci ha visti appisolati nelle sicurezze dettate anche da certi privilegi mette in chiaro il sacerdote nel suo ultimo editoriale rilanciato dal gruppo diocesano non possiamo far finta di nulla quando risuonano, con una violenza vorace, proclami che promettono sicurezza, sviluppo, benessere nella misura in cui sapremo respingere, calpestare, annullare l'altro».

L'EGOISMO
Schiavon non cita il caso della nave Aquarius, né quello della altre navi respinte ieri, ma l'allusione è chiara: «Forse questa prospettiva ci lusinga, perché mette al primo posto il nostro bene individuale, i nostri interessi. Fino ad arrivare a mettere come prima priorità a casa loro, prima i nostri e se domani, dato che il vento della politica cambia rapidamente direzione, qualcuno di noi restasse fuori dalla categoria dei nostri?». Non è tutto. Don Davide non lesina critiche al governo Conte - Salvini - Di Maio, definito più volte il governo del cambiamento. Ma per la Caritas di Treviso le cose non stanno affatto così: «Non possiamo lasciare che con abilità dialettica ci vengano raccontate favole sul cambiamento: quello che ieri si chiamava inciucio, oggi si chiama contratto; quello che è stato un attacco istituzionale (la richiesta di impeachment contro Mattarella, ndr), si chiama difesa della democrazia. Non so se è nata la terza Repubblica, di certo so che ancor oggi sono presenti le stesse dinamiche e le stesso paradigma del passato. Non può essere una piattaforma informatica che fa la democrazia». Una puntura, questa ultima, diretta contro i grillini.
IL CAMBIAMENTO

Don Davide, comunque, si augura che un cambiamento possa effettivamente prendere forma. Dal suo punto di vista fino ad ora non è successo: «I toni sono sempre quelli di cercare un capro espiatorio: ora è l'Europa, ora i governi precedenti, ora gli immigrati, ora i poteri forti. Come Chiesa e come cittadini non possiamo rimanere in silenzio. Può essere veramente il tempo del cambiamento se non abdicheremo alla nostra capacità critica, volta a sostenere tutte le scelte a favore dell'uomo, di ogni uomo e in ogni situazione, ma anche a reagire dinanzi a tutto ciò che è contro la dignità dell'uomo; partiamo dalla memoria dei nostri padri che hanno fatto l'Italia e l'Europa. Non lasciamo che venga infangata dagli urlatori dell'ultima ora. Impegniamoci tutti a ragionare di più con la testa e il cuore, rispetto alla pancia».
M. F.
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Il Gazzettino