LA CAMPAGNA PORDENONE L'allarme c'è. È concreto. Il rischio di rallentare

LA CAMPAGNA PORDENONE L'allarme c'è. È concreto. Il rischio di rallentare
LA CAMPAGNAPORDENONE L'allarme c'è. È concreto. Il rischio di rallentare anche, perché l'ennesimo pasticcio su AstraZeneca pone di fronte all'organizzazione complessa che...

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LA CAMPAGNA
PORDENONE L'allarme c'è. È concreto. Il rischio di rallentare anche, perché l'ennesimo pasticcio su AstraZeneca pone di fronte all'organizzazione complessa che gestisce i processi di vaccinazione in regione a delle scelte. Ma ieri mattina è arrivata la rassicurazione che ci si attendeva: i vaccini in Friuli Venezia Giulia non si fermano. Gli under 60 che avevano effettuato la prima dose con AstraZeneca e che nelle scorse ore avevano l'appuntamento per il richiamo sono state accontentate con i sieri Pfizer e Moderna. Il problema, però, è l'immediato futuro. E per questo domani il presidente Fedriga parteciperà a un vertice con i massimi esponenti del governo e della gestione commissariale.

LA RASSICURAZIONE
Il messaggio più importante è arrivato ieri mattina: «In Friuli Venezia Giulia la Regione - ha detto il vicepresidente Riccardo Riccardi - ha dato disposizione alle Azienda sanitarie di sostituire, per la categoria degli under 60, la seconda di dose di AstraZeneca con la somministrazione di un vaccino a mRna (Pfizer o Moderna)». Come ha precisato lo stesso Riccardi, «in Friuli Venezia Giulia le persone sotto i sessant'anni che si sono prenotate e sono in attesa di completare i ciclo con AstraZeneca ammontano a circa 8.300». Il vicepresidente ha anche spiegato che in questa nuova fase per i richiami con un tipo di vaccino diverso valgono, in linea di continuità, le stesse date e gli stessi orari delle prenotazioni acquisiti in precedenza, senza quindi la necessità per le persone di ricontattare i servizi del sistema sanitario. «La campagna vaccinale prosegue senza alcuna sospensione, fatta salva la condizione legata ad un'adeguata fornitura di dosi da parte della struttura commissariale per affrontare questo cambiamento».
L'ALLARME
«Lunedì ci sarà un vertice - spiega invece Fedriga - ma si rischia il caos. Molte Regioni hanno allestito degli open day e avranno bisogno di tante dosi di Pfizer. Noi lotteremo per avere le nostre, ma il rischio di un rallentamento è plausibile». Il pericolo è quello di ritardare le prime dosi ai più giovani, che si erano già prenotati nella fascia tra i 16 ai 39 anni.

Tornando al caso AstraZeneca, c'è un grafico che illustra esattamente cos'è successo nel resto d'Italia e come invece si è agito in Friuli Venezia Giulia. L'elaborazione, firmata dalla fondazione indipendente Gimbe, riguarda le percentuali di prime dosi di AstraZeneca somministrate a persone con meno di 60 anni di età nel periodo che va dal 20 maggio al 10 giugno. Si tratta di una statistica importante, una sorta di termometro del comportamento delle Regioni nella campagna vaccinale. Ebbene, il Fvg in questa classifica è all'ultimo posto, avendo inoculato solo il 2 per cento delle dosi del vaccino di Oxford a degli under 60. La media italiana è del 61 per cento, mentre nella Provincia autonoma di Bolzano si arriva addirittura al 98 per cento.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino