La biblioteca di papà Goldin "trasloca" in Casa Albergo

La biblioteca di papà Goldin "trasloca" in Casa Albergo
TREVISO (P.Cal. ) - Una biblioteca come un luogo dell'anima dove cibarsi di cultura e volare con l'immaginazione. E per ricordare. Marco Goldin e suo fratello Francesco hanno...

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TREVISO (P.Cal. ) - Una biblioteca come un luogo dell'anima dove cibarsi di cultura e volare con l'immaginazione. E per ricordare. Marco Goldin e suo fratello Francesco hanno voluto regalare all'Israa una biblioteca di 400 volumi proprio nel giorno in cui ricorre il secondo anniversario della morte del padre Adriano, uno dei protagonisti della politica trevigiana. E hanno voluto compiere questo gesto così carico di significato all'interno della Casa Albergo dove Adriano Goldin ha passato gli ultimi mesi della sua vita.

«Adriano - ha ricordato il presidente dell'Israa Luigi Caldato - è stato un grande sia nel suo lavoro che nella politica trevigiana e nell'amministrazione. Ha saputo lasciare dei segni. E per me è stato importante. Nel momento del mio inserimento in questa struttura mi è stato molto vicino. Non poteva esserci modo migliore per ricordare Adriano che la lettura. Una delle sue grandi passioni». Accanto a Caldato annuiva convinto anche il sindaco Giovanni Manildo: «Nell'Israa si è veramente creata una famiglia e una comunità di persone che stanno bene nel luogo in cui si trovano. Oggi ricordiamo Adriano Goldin a due anni dalla scomparsa. È una persona che ha lasciato dei segni, che ha avuto qualcosa da raccontare. Lasciare una biblioteca è un bellissimo modo per ricordarlo». E Marco Goldin ci ha messo molto del suo. Ha voluto donare all'Israa i libri di famiglia. Moltissimi li ha scritti lui e parlano di arte e di artisti: «Sono circa 250 dei libri che ho scritto io in questi 31 anni di mestiere. E sono quelli che avevo regalato a mio papà e a mia mamma. Poi ne ho aggiunti altri 150 che ho trovato a casa loro. Vi ho risparmiato però i libri di filosofia morale». E il libro è un oggetto carico di tanti significati: «Mi piace molto pensare che qualcuno possa sfogliare queste pagine e guardarne le meravigliose immagini. E magari fare dei viaggi in un modo diverso attraverso questi colori e questi libri che mio padre e mia madre hanno toccato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino