L'ULTIMO SALUTO PADOVA «Tutto si poteva risolvere. Ora non è più

L'ULTIMO SALUTO PADOVA «Tutto si poteva risolvere. Ora non è più
L'ULTIMO SALUTOPADOVA «Tutto si poteva risolvere. Ora non è più possibile». Lo hanno scritto mamma Marzia e papà Nicola in un messaggio letto alla fine del funerale del loro...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'ULTIMO SALUTO
PADOVA «Tutto si poteva risolvere. Ora non è più possibile». Lo hanno scritto mamma Marzia e papà Nicola in un messaggio letto alla fine del funerale del loro figlio. Mattia Fogarin aveva 21 anni quando la notte tra il 21 e il 22 marzo è piombato nella camera dei genitori dicendo di volersi uccidere perché aveva fatto qualcosa di «irreparabile». Lo hanno trovato undici giorni dopo nelle acque del Bacchiglione, al Bassanello. Il gesto sembra dovuto al dolore per un amore non corrisposto.

LA PARTECIPAZIONE
La pioggia incessante dà il benvenuto agli amici di Mattia per il funerale, alle 10.30 di ieri alla chiesa di Terranegra. Già alle 10 la chiesa è piena. Almeno cento persone assistono alla cerimonia, metà di loro all'esterno. La bara di Mattia, di legno chiaro, viene portata dai suoi compagni di squadra del Real Padova. Incespicano, indecisi, troppo giovani per trasportare il feretro di un coetaneo. Dietro, il papà, la sorella e la mamma di Mattia. Composti e dignitosi come li si sono visti in quegli undici maledetti giorni sugli argini con i carabinieri e i vigili del fuoco, attenti a ogni movimento, con la speranza poi infranta di ritrovare il loro Mattia. «La malattia pandemica ha tolto molto dice dal pulpito don Fabio Artusi, parroco di San Gregorio Magno che ha chiesto ospitalità alla parrocchia di Terranegra perché la sua chiesa era troppo piccola Ha ridotto la socialità, i luoghi necessari a un 20enne per sentirsi tale. È come se la mascherina che ci protegge ci abbia anche tappato la bocca. La convinzione che è inutile parlarne perché nessuno può capire è divorante. Ma si può cominciare con l'ascolto. Chissà, da buon barista, quanti clienti Mattia ha ascoltato dando un po' di serenità e un signor aperitivo». La domanda che assilla è «Perché?». Se lo chiedono tutti, se lo stanno chiedendo i genitori di Mattia. «Ti facevi in quattro per aiutare gli altri ma i tuoi problemi li tenevi chiusi nella cassaforte del tuo cuore è il loro messaggio letto in chiesa Perché non hai lasciato trapelare qualcosa, perché hai costruito un muro invalicabile per tutti? Quella notte avevi già deciso. Ci hai svegliato per un ultimo saluto. Tutto si poteva risolvere, ora non è più possibile. Per una ragazza che non ti ha amato, molte altre lo avrebbero fatto. Saremmo impazziti se non ti avessimo mai trovato, ora sappiamo dove pregare».
I RICORDI

Mamma e papà ringraziano i carabinieri che tanto sono stati loro vicini. Fuori dalla chiesa, sotto la pioggia il comandante della stazione di Padova principale, luogotenente Giovanni Soldano, assiste alla cerimonia con altri colleghi. I genitori di Mattia lanciano un appello: «A tutti i giovani, chiedete aiuto. Non lasciate che un momento di fragilità vi spazzi via. A tutto si può porre rimedio». Alla fine della cerimonia prendono il microfono i dirigenti del Real Padova calcio, circondati dai compagni di squadra di Mattia. «Cosa non abbiamo capito? si domandano Se non siamo stati all'altezza del ruolo di educatori chiediamo scusa. Ci piacerebbe che il tuo papà, Nicola, continuasse ad allenare i ragazzi». C'è una persona che aspetta il momento giusto per fare le condoglianze ai genitori di Mattia. È la ragazza che Mattia amava, la ragazza che non ricambiava i suoi sentimenti. La ragazza che il giorno prima del ritrovamento del corpo senza vita del 21enne si è unita all'appello dei Fogarin, «torna a casa aveva detto con la voce rotta dal pianto Non è successo nulla, torna e ne parliamo». La giovane si avvicina a mamma Marzia all'uscita della chiesa. Mentre suonano le note di Sta passando novembre di Eros Ramazzotti e la famiglia Fogarin è riunita attorno alla bara che sarà portata al cimitero di San Gregorio, la ragazza appoggia una mano sul braccio della madre di Mattia. La donna la riconosce. Potrebbe serbare rancore verso quella giovane, sarebbe facile attribuirle la colpa di tutto. Invece la abbraccia. Scambiano poche parole, non avrebbe mai pensato che sarebbe finita così. Poi mamma Marzia viene fagocitata dall'abbraccio degli altri presenti. È l'ultimo viaggio di Mattia. Mentre l'auto delle onoranze funebri parte, risuona nelle orecchie di tutti l'appello dei genitori: «Parlate, a tutto si può porre rimedio».
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino