IL RICORDOSabato scorso l'ultimo saluto all'architetto Fausto Barbisan. Con la sua tenacia e volontà di vivere ha portato avanti la malattia che l'ha colpito per ben otto lunghi...
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Sabato scorso l'ultimo saluto all'architetto Fausto Barbisan. Con la sua tenacia e volontà di vivere ha portato avanti la malattia che l'ha colpito per ben otto lunghi anni. Purtroppo dall'estate scorsa la sua vita era cambiata e si era ritrovato a passare le sue giornate in casa, fatta eccezione per quei tre pomeriggi la settimana in cui doveva fare dialisi, terapia essenziale e vitale per lui. La sua vita lavorativa è iniziata nel 1967 nello studio dell'architetto Giovanni Barbin e poi dal 1970 al 1977 nello studio degli architetti Bandiera & Facchini dove si è fatto amare ed apprezzare. Amici e colleghi lo ricordano come «un uomo buonissimo, un professionista di prim'ordine e un grande sognatore che si è distinto per umanità e generosità». Quella generosità che l'ha portato fino all'ultimo ad essere una persona altruista, donando campioni dei sui organi alla ricerca medico scientifica, per capire meglio e cercare terapie più efficaci per l'Amiloidosi, malattia rara e ancora poco conosciuta, che gli era stata diagnosticata nel 2013. Le figlie Virginia, Rachele ed Eugenia: «Ci ha trasmesso l'amore, il rispetto, la gentilezza e la tenacia nel lottare contro le ingiustizie».
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Il Gazzettino