L'organaro: a Mattarella un simbolo del saper fare

L'organaro: a Mattarella un simbolo del saper fare
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LE REAZIONI
UDINE Chi l'ha vista nascere sottolinea «lo sguardo lungo» che la gente del Friuli ebbe allora, volendo «investire in cultura» per rinascere; chi ha contributo a farla diventare un ateneo competitivo pensa all'impegno che richiede; chi l'ha frequentata da studente e ora è in cattedra invita a pensare che sarebbero Udine e il Friuli senza questa istituzione. Ieri, al Teatro Nuovo, sono corse parole sentite per i 40 anni dell'Università del Friuli, non forzate e men che meno di circostanza. Il metro, ai cronisti, l'ha data un neo laureato ad honorem, l'organaro Gustavo Zanin, classe 1930. «Consegno al presidente Sergio Mattarella una canna di un melodioso organo, corrispondente alla nota del Fa, a significare il fare di questi genti che già hanno fatto molto, che sanno fare bene e ancora meglio». Ha ricordato «l'ambizione molto forte» che sorresse la richiesta dell'ateneo l'ex senatore Dc Claudio Beorchia e Ivano Strizzolo, oggi presidente della Paritetica, «le battaglie dei giovani studenti universitari della Dc per raccogliere le firme per la legge di iniziativa popolare», ha detto, ritrovandosi in questa circostanza con un'altra Dc di allora, Teresa Tassan Viol, ultima segretaria provinciale Dc a Pordenone e ora presidente Anp. «Qualsiasi progetto di sviluppo della città ha bisogno della capacità scientifica e culturale dell'Università», ha considerato il candidato sindaco del Pd Vincenzo Martines, mentre per la deputata Serena Pellegrino l'ateneo «ha davvero consacrato Udine a capitale della cultura». C'era anche il mondo dell'economia, con il vicepresidente della Banca di Cividale, Andrea Stedile, per cui «l'Università ha rappresentato e rappresenta l'avvio e lo sviluppo del processo di emancipazione. Sviluppo economico e istruzione accademica insieme hanno reso il Friuli moderno e competitivo».

DOCENTI

«L'eccellenza non è definitiva, non ci si può rilassare, perché la concorrenza è spietata», ha considerato il professor Flavio Pressacco. Ha frequentato l'Università di Udine da studente, dottorando e ricercatore prima di diventare docente, Paolo Coppola,anche deputato Pd: «È una ricchezza enorme in un'epoca in cui l'economia è trainata dalla società della conoscenza». Formazione altrove ma poi approdo a Udine per il professore di Linguistica generale Federico Vicario, anche presidente della Filologica: «È un presidio fondamentale per la coesione sociale e per dare una prospettiva di domani». Insegna a Udine anche il senatore triestino Francesco Russo, che si è detto «orgoglioso di far parte di questo corpo docente» e ha evidenziato «la collaborazione che funziona» fra i rettori di Udine De Toni e di Trieste Fermeglia. Presente ai massimi livelli la Chiesa friulana, con l'arcivescovo di Udine monsignor Andrea Bruno Mazzocato, il parroco di Tolmezzo monsignor Angelo Zanello e don Alessio Geretti, le anime della mostra internazionale di Illegio dove quest'anno l'Università ha avviato un master su Iconografia e iconologia teologica. L'auspicio, ha detto l'arcivescovo che ha «un dialogo molto intenso con il rettore», è che «l'ateneo sappia mantenere il radicamento sul territorio pur con uno sguardo planetario». Ha anche evidenziato «il dialogo originale che a Udine si va facendo tra Chiesa e Università». E il già rettore e oggi sindaco di Udine, Furio Honsell, tra i passi indelebili ha ricordato «la vittoria alla competizione Start cup nazionale nel 2003». Presente all'evento gran parte della giunta regionale, con la presidente Debora Serracchiani che ha accolto Mattarella, il sui vice Sergio Bolzonello, gli assessori Torrenti, Panariti e Santoro. Secondo Serracchiani l'ateneo «può essere giustamente orgoglioso di questa giornata in cui la prima carica dello Stato gli ha reso onore, riconoscendo lo straordinario e speciale rapporto con il territorio».
Antonella Lanfrit
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Il Gazzettino