L'ORDINANZA PORDENONE Liberi dopo gli interrogatori di garanzia. Il giudice per

L'ORDINANZA PORDENONE Liberi dopo gli interrogatori di garanzia. Il giudice per
L'ORDINANZAPORDENONE Liberi dopo gli interrogatori di garanzia. Il giudice per le indagini preliminari ha revocato la misura cautelare dell'obbligo di dimora a tre dei presunti...

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L'ORDINANZA
PORDENONE Liberi dopo gli interrogatori di garanzia. Il giudice per le indagini preliminari ha revocato la misura cautelare dell'obbligo di dimora a tre dei presunti promotori finanziari della Venice Investment Group, la società del portogruarese Fabio Gaiatto al centro dell'inchiesta della Procura di Pordenone su un'associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all'abusivismo finanziario. L'agente di commercio Daniele Saccon, 44 anni, di Mareno di Piave, il fiscalista Flavio Nicodemo (48) di Teglio Veneto e l'assicuratore Moreno Vallerin (42) di Due Carrare hanno dimostrato con bonifici ed estratti conto bancari che le somme contestate dalla Guardia di finanza non erano connesse all'attività abusiva di raccolta del denaro destinato agli investimenti nel forex, ma riguardavano il capitale investito da loro stessi nella società di Gaiatto. I bonifici erano non provvigioni, ma la restituzione del denaro investito e che centinaia di risparmiatori truffati non sono riusciti ancora a recuperare.

Dichiarazioni e documentazione depositata durante gli interrogatori di garanzia di martedì scorso hanno convinto il gip Rodolfo Piccin, che nonostante il parere negativo della Procura ha revocato le tre misure cautelari per «mancanza dei gravi indizi di colpevolezza». Per l'avvocato Enrico D'Orazio, che per Saccon ha depositato una memoria di 90 pagine, è un «segnale importante» in questa fase delle indagini. Soddisfatto anche il legale pordenonese Nicola De Stefano, che per Nicodemo ha ricostruito tre anni di contabilità per dimostrare che i 27 clienti della Venice, associati al suo nome nel computer di Gaiatto, in effetti erano anche clienti del suo studio, per i quali aveva chiesto al trader di Portogruaro la documentazione fiscale per pagare le tasse sugli investimenti fatti all'estero. Lo stesso vale per Vallerin, il cui nome era abbinato a 17 clienti, tutti suoi amici e parenti. «Nessuna provvigione gli è stata versata da Gaiatto - afferma l'avvocato Chiara Maltese - Anzi, ha pagato le tasse su rendimenti che non ha mai incassato».
Oggi scade il termine per presentare le istanze al Tribunale del Riesame. È un ricorso su cui ripongono molte speranze il 32enne Andrea Zaggia di Saccolongo (Padova) e il 48enne Luca Gasparotto di Cordovado. «Anche loro - spiega l'avvocato Maltese - sono riusciti a reperire la documentazione bancaria che dimostrerà che non hanno incassato provvigioni da Gaiatto». A Zaggia la Procura contesta di aver raccolto abusivamente 429mila euro da 24 risparmiatori dietro un compenso di 25mila euro; a Gasparotto di aver portato alla Venice 65 clienti che hanno investito 1,2 milioni e di aver percepito in cambio 57mila euro.

Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino