L'ordinanza, no alle mascherine obbligatorie all'aperto

L'ordinanza, no alle mascherine obbligatorie all'aperto
IL PROVVEDIMENTOTRIESTE Domani il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dovrà firmare una nuova ordinanza. Va a scadenza, infatti, il provvedimento emanato...

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IL PROVVEDIMENTO
TRIESTE Domani il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dovrà firmare una nuova ordinanza. Va a scadenza, infatti, il provvedimento emanato alla fine di agosto, quando era già chiara la prima ripresa dei contagi ma lo era altrettanto il minore impatto dell'epidemia sul sistema sanitario rispetto alla crisi di primavera. Oggi il quadro epidemico è diverso, perché il contagio non arriva più dall'estero (è principalmente locale) e i numeri giornalieri sono cresciuti, ma ciò che è rimasto stabile è l'effetto del contagio sugli ospedali, rimasto pressoché nullo, fatto cioè di numeri esigui. Per questo, domani, l'ordinanza che verrà firmata in Regione da Fedriga non introdurrà alcun nuovo obbligo restrittivo, com'è invece già accaduto in altre regioni, ad esempio in Campania e in Sicilia, dov'è stato reintrodotto l'uso obbligatorio delle protezioni di naso e bocca anche all'aperto, indipendentemente dalla distanza interpersonale di almeno un metro. «La situazione sanitaria - è la motivazione della Presidenza della Regione alla base della nuova ordinanza - non giustificherebbe e non giustificherà alcuna ulteriore stretta rispetto alle norme che già regolano la vita di tutti i giorni e le attività economiche in Friuli Venezia Giulia. Niente mascherina obbligatoria all'aperto, quindi, fatte salve tutte le circostanze che già lo prevedono, come ad esempio le situazioni nelle quali non sia possibile rispettare la distanza oppure nei luoghi a rischio assembramento dalle 18 alle 6 del mattino.

LA PARTITA

C'è però un dettaglio della nuova ordinanza che potrebbe non ricalcare alla perfezione il testo del documento che perderà efficacia a partire da domani. Si tratta del capitolo relativo alla presenza degli spettatori negli stadi, una partita ancora tutta aperta. Proprio domani, infatti, è prevista un'altra riunione-fiume tra i presidenti delle Regioni. L'obiettivo è ancora quello di riaprire gli stadi con una capienza concordata, in modo tale da non creare differenze tra i vari territori. Per raggiungere il target, le Regioni potrebbero essere disposte ad abbassare la percentuale del 25 per cento della capienza, bocciata dal Comitato tecnico-scientifico. Più difficile, invece, che il Friuli Venezia Giulia scelga la strada dello strappo, inserendo nell'ordinanza una norma a valenza solamente regionale. Come sempre si arriverà alla mediazione.
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Il Gazzettino